Basta sbarcare all’aeroporto di Zurigo per rendersi conto che una strada per uscire dalla crisi c’è e sicuramente prima o poi ne verremo fuori. Ma questa strada ha un solo nome: lavoro. Quando scendi oggi nel grande aeroporto internazionale ti salta agli occhi l’enorme cantierizzazione di ogni angolo e di ogni struttura.

Nell’interno ti mostrano il plastico del “CIRCLE”, una grande opera infrastrutturale che darà lavoro per i prossimi 5 anni. Complessi, cliniche,parcheggi ed aree residenziali circonderanno la struttura aeroportuale per connettersi definitivamente a Zurigo distante solo 8 Km. Fuori dell’area arrivi, i martelli pneumatici ti accolgono mentre perforano strade, creando i sottoservizi che trasformeranno la struttura che si stima in futuro accoglierà ondate di decine di migliaia di passeggeri al giorno. Nell’aeroporto si trovano ipermercati, posta, naturalmente banche ed ogni genere di servizio utile. Non cambia molto se ti inoltri da Zurigo verso est o verso ovest.

Le magnifiche autostrade, per la verità in ottimo stato, sono un cantiere aperto. Piccoli allargamenti, adeguamenti alle norme europee, svincoli protetti, aumenti di corsie, tutto diventa un buon motivo per mettere a cantiere e creare occasioni di lavoro. Lavoro, lavoro ed ancora lavoro. Eppure, vi assicuro che alcune strade che stanno completamente rifacendo sono almeno cento volte migliori della Salerno Reggio Calabria e farle e rifarle, in Svizzera, costa cento volte meno di quanto finora ha speso l’Italia per ottenere il risultato che oggi abbiamo sotto gli occhi. I cantieri di lavori pubblici sono aperti ovunque in una Svizzera che reagisce alla paura della crisi mantenendo inalterati i livelli dei consumi interni garantendo lavoro e potere di acquisto ai suoi 7 milioni di abitanti. Così ha salvaguardato le imprese che rifacendosi sulla stabilità dei consumi del mercato interno hanno neutralizzato gli effetti devastanti del calo delle esportazioni dovuto alla rivalutazione speculativa del franco. Ma appare chiaro che il dinamismo economico salva, mentre l’ossificazione di certe posizioni si dimostra recessiva.

Il CIRCLE ne è la dimostrazione. Perché spendere tanti soldi, in parte pubblici (l’aeroporto è del Cantone di Zurigo), in questo momento di crisi? Perché crea migliaia di posti di lavoro, mette in moto le industrie del legno, dell’impiantistica, le piccole industrie di infissi, di pannelli solari etc.. Intanto lavorano anche quelle della logistica per movimentare merci, ed inoltre lo straordinario afflusso di lavoratori stimola i consumi nell’area: mense, alberghi,ipermercati della zona. Una grande opera? No, piuttosto una intelligente ristrutturazione dell’aeroporto ad impatto ambientale invariato, ma che comporta per il Cantone un investimento a costo zero, perché invece di spendere soldi per dare reddito ai disoccupati, crea qualcosa che crea lavoro e costituisce di fatto valore perché potenzia un servizio che restituirà guadagni. 

Uno si chiederà, ma in Svizzera hanno degli economisti “da paura” e dei politici con una visione. Direi di no, hanno delle persone normali, molte delle quali di origine italiana, che sanno che 2 più 2 fa 4. Dalle nostre parti in Italia, qualcuno, forse lo ha dimenticato.

di Massimo Pillera

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