Non dobbiamo chiudere ora all’alleanza con il Pd, non possiamo farci prendere dalla sfiducia”. Rudi Russo, coordinatore nazionale dei giovani dell’Italia dei valori, sposa la linea di Massimo Donadi. “Caro Di Pietro io non ti seguo. E nel partito non sono il solo”, aveva detto il capogruppo dipietrista alla Camera due giorni fa in un’intervista all’Unità, spingendo per un riavvicinamento con il partito di Bersani in vista delle politiche del 2013.

Perché i giovani dipietristi nella foto di Vasto ci credono ancora. “Anche se bisogna capire chi è spazientito dai tentennamenti del Partito democratico e dagli ammiccamenti a Casini, dobbiamo essere responsabili e tenere una porta aperta all’alleanza per un centrosinistra forte”. Niente rotture premature insomma? “Di Pietro ha sempre lavorato un programma di coalizione. È lui che ha portato Bersani e Vendola sul palco di Vasto. E ora serve pazienza”. Porta chiusa invece ad ogni ipotesi di accordo con l’Udc di Casini. “È assurdo pensare a qualsiasi convergenza con una forza conservatrice che in passato ha imbarcato personalità molto discutibili, come Totò Cuffaro”. Ma c’è anche una questione programmatica: “Non vogliamo rinunciare ai diritti civili, non si possono rimandare per altri cinque anni”.

Il leader dei “Giovani di valore” parla anche dei rapporti con il segretario dell’organizzazione giovanile del Pd e con i giovani dirigenti di Sel. “La pensiamo tutti allo stesso modo, ognuno di noi lavora per l’alleanza a tre tra Pd, Idv e Sel. Anche perché non possiamo non pensare ad una coalizione di centrosinistra. Per questo vogliamo dire a Bersani: sbrigati, decidi. Anche tra i democratici ci sono personalità, come Pippo Civati, che hanno espresso posizioni vicine alle nostre”.

Se alla fine però la foto di Vasto dovesse strapparsi, alle politiche della prossima primavera potrebbe prefigurarsi un “fronte della sinistra” tra Idv e Sel. “E’ chiaro che se il Pd va con l’Udc, lascia scoperta la rappresentanza della sinistra italiana perché si farebbe identificare come forza moderata e per certi versi anche conservatrice. E in quel caso sarebbe doveroso rappresentare un popolo che chiede posizioni più radicali”. L’asse Di Pietro-Vendola è possibile allora? “Mi fido del governatore pugliese, che ha detto chiaramente di non volersi alleare con l’Udc, anche perché significherebbe rinunciare a molti principi portati avanti fino ad oggi”.

Se salta l’alleanza a livello nazionale poi rischiano di cadere anche le coalizioni che governano sul territorio, come ha ricordato ieri il capogruppo dell’Idv al Senato Felice Belisario.Io sono consigliere regionale in Toscana – spiega ancora Russo – e qui vivo un’esperienza positiva. Credo che questo debba essere il modello per guidare il Paese.  Se si fanno aperture, devono essere rivolte ai movimenti civici e non a Casini”.

Prima di pensare ai rapporti con gli alleati però, i vertici dell’Idv devono tenere d’occhio le dinamiche interne. Dopo la presa di posizione di Donadi qualcuno ha parlato di una fronda che vuole rompere con Di Pietro per riavvicinarsi al Pd.Ma nell’Idv non ci sono correnti. E non lo dico per spirito d’apparato ma con cognizione di causa. Ci sono posizioni diverse, ma l’obiettivo è sempre lo stesso: la foto di Vasto. Alcuni hanno maturato un’insofferenza altri, come noi, vogliono restare possibilisti. Dopo il varo della nuova legge elettorale si capirà chi aveva ragione”.

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