Unica pecca il titolo. Leggendo l’intestazione – Remember Woodstock 1969 – uno si aspetta beat, rock e folk in chiave americana; ma scorrendo la line up si scopre che a suonare, dal 27 al 29 di Luglio in località San Giovanni in Marignano (venti chilometri da Rimini), saranno formazioni che hanno fatto la storia del rock progressivo italiano.

Il progressive è un fenomeno europeo, nasce nella seconda metà degli anni ’60 e poco ha da spartire con la musica a stelle e strisce. Le sue radici sono in terra d’Albione; i capostipiti sono gruppi che chiunque abbia  orecchie avrà sentito nominare: King Crimson, Genesis, Gentle Giants, Van Der Graff Generator, Emerson Lake & Palmer. Il genere arriva dopo il beat, nasce dalla voglia di sdoganare il binomio rock – disimpegno mentale. Il Prog coniuga rock e cultura. Per farlo riscopre – inoltrandosi nel cammino indicato dai Beatles – la musica classica. Ecco i tre elementi distintivi e di rottura del genere: suite (la struttura compositiva abbandona gli stilemi blues e si sviluppa per movimenti), uso della tastiera elettronica (sintetizzatori, mellotron, moog, VCS3, sequencer) a scapito della chitarra e testi impegnati e colti. L’acclamazione del pubblico è tale da costringere la stessa industria musicale a rivedere i metodi di produzione. Le Major creano sotto-etichette ad hoc e il 33 giri comincia a farla da padrone – le opere rock e i concept album (dirette conseguenza del comporre in chiave classica) mal si prestano agli angusti spazi del 45. Cambia anche il concetto di grafica discografica: si abbandona la foto di gruppo per disegnare in copertina mondi fantastici suggeriti dalle note. Poi, nel 1977, arriva il punk e fa piazza pulita.

In tutto questo magma creativo l’Italia ha una parte rilevante. Il rock progressivo italiano ha un sua riconoscibilità, un suo carattere. Ancor oggi, all’estero, viene identificato come un filone a sé stante;  in quel frangente artistico – in ambito musicale contemporaneo, caso più unico che raro – non ci comportammo da scimmie ammalate di esterofilia. Strano a  dirsi, ma eravamo presi sul serio, davvero (tanto per dirne una: Phil Collins suona la batteria nell’album Vimana dei Nova). La costellazione di gruppi è davvero ampia, al suo interno nomi insospettabili ai più (Battiato, Sorrenti, D’Orazio, Golzi, Fossati, Camerini, Cattaneo, Esposito…).

Alla tre giorni romagnola suoneranno quattro tra i gruppi più rappresentativi dell’epoca. Venerdì 27 aprirà le danze la Premiata Forneria Marconi. Non è solo il gruppo che fece un live con De Andrè, la PFM è forse la band italiana più conosciuta all’estero. Impossibile ripercorrere qui tutta la loro storia, basti dire che i loro brani originali riscossero successo anche nei mercati inglesi e americani tanto da entrare a far parte della scuderia della Manticore, la leggendaria etichetta di  Emerson Lake & Palmer. Il 27 porteranno sul palco in classic, progetto che li vede reinterpretare in chiave rock grandi arie della musica classica. Il giorno dopo toccherà ad altri due mostri: Il Banco del Mutuo Soccorso e Le Orme. I primi vantano nelle loro fila Francesco di Giacomo, forse il più talentuoso cantante  prog italiano (se si esclude Demetrio Stratos che, data la difficoltà di ascrivere gli Area al solo genere prog e la sua impareggiabile bravura, è fuori categoria) e come la PFM hanno avuto il privilegio di essere scritturati dalla Manticore. Le Orme, prima della parentesi commerciale (dopo il 1974), hanno suonato un ottimo progressive sinfonico caratterizzato dalla voce particolarissima (o la si ama o la si odia) di Aldo Tagliapietra. Il 28, dopo essersi esibiti separatamente, Le Orme e Il Banco daranno il via ad un’imperdibile jam. Il Festival si chiuderà Domenica 29 con Equipe 84 e Il Mito New Trolls. L’Equipe non può essere definita un gruppo propriamente prog, ma LP come ID o Sarificio li fanno rientrare, seppur tangenzialmente, nel filone. Il Mito New Troll vede tra le sue fila due componenti che fecero parte della formazione storica dei New Trolls; la band genovese, con Senza Orario senza bandiera, è stata la prima band italiana a incidere un concept e ha avuto il privilegio e il merito di collaborare con Luis Bacalov (Oscar per la colonna sonora de Il Postino) nella realizzazione dell’orchestrazione sinfonica dei due Concerto Grosso.

E se Bach avesse avuto l’elettricità? La risposta la trovate in Romagna, questo weekend. I concerti cominciano alle 21, ma ogni giorno, dalle 13, trovate stand gastronomici e musicali.

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