Stavo pensando in questi giorni ad un piccolo articolo sul rischio concreto per la salute causato dalle alcune tipologie di lane minerali che da anni abbiamo nelle nostre case (presto lo scrivo…), quando mi imbatto, nelle letture da spiaggia poco tecniche e per niente professionali, in un breve articolo a firma D. Bignardi per Vanity Fair.

Racconta, in sostanza dell’impulso di stare dove serve, di essere presenti, quando serve e con la propria presenza testimoniare l’interesse per ciò che riteniamo di dover tutelare e proteggere.

La giornalista dopo il terremoto che ha colpito l’Emilia ha sentito la necessità di essere a Ferrara, nella sua città, per testimoniare, anche fisicamente, la solidarietà per quanto accaduto. 
Proprio niente di particolare, nessun eroismo o atto di coraggio e gesta eroiche, semplicemente stare vicino a ciò che amiamo e che riteniamo, sempre, di dover proteggere.

E così penso a quanto ogni giorno possiamo fare per tutelare il nostro ambiente, il nostro territorio, senza atti eroici o coraggiosi ma semplicemente non distogliendo lo sguardo se vediamo qualcosa di storto.

Così penso che se in ogni comune italiano ciascun cittadino diventasse sentinella del proprio territorio, osservatore attento dei mutamenti dei letti dei fiumi, delle opere cementizie abusive, dei tubi improvvisati che scaricano reflui e segnalasse sempre tali allarmi, senza distogliere lo sguardo, allora forse avremmo una rete diffusa, capillare e spietata, di vedette e prime trincee, contro chi nulla vede e sente. Contro chi approva, nei tanti comuni appunto, autorizzazioni a costruire dove da sempre è vietato, contro il tecnico che gira la testa quando firma un atto di validazione progettuale, contro insomma il mal vezzo latente di pensare che la cosa pubblica in quanto tale sia di poco conto.

Ricordo di aver firmato una petizione segnalata da Luca Mercalli durante la trasmissione “Che Tempo Che Fa” in difesa del suolo, intendendo in particolare che ciascun tecnico, ricercatore, scienziato e professionista potesse diventare osservatore partecipe  e attento al degrado del proprio territorio.

Mi piaceva l’idea, più in generale, che ciascun cittadino potesse essere una risorsa per il territorio e l’ambiente. Mi piace l’idea che non si distolga l’attenzione da temi importanti e che si parli sempre e non solo quando un comune viene invaso dal fango, di tutela dell’ambiente e del territorio.

Allora penso, in questi giorni di ferie, ad una discesa a mare nell’ Isola d’Elba che amo tanto, piena di detriti e rifiuti da costruzione nella terra di sezione del sentiero che porta al mare vicino a Portoferraio.

Solo con il nostro impegno, senza essere crociati e difensori di tutte la cause, ma semplici cittadini, forse riusciremo a proteggere ciò che è alla base della nostra stessa sopravvivenza: ambiente territorio e biodiversità in senso assoluto; la vera e unica ricetta anti crisi in Italia.

Articolo Precedente

Ilva o Taranto? Ma a scegliere non sono mai i tarantini

next
Articolo Successivo

Gb, polemica per mail tra governo e aziende nucleari nel dopo-Fukushima

next