Il dato di per sè è agghiacciante: secondo uno studio dell’Istituto Nazionale per i tumori “Pascale” di Napoli, negli ultimi venti anni “in provincia di Napoli (città esclusa) si sono avuti incrementi percentuali del tasso di mortalità per tumore del 47% tra gli uomini e del 40% tra le donne, incrementi che sono stati rispettivamente del 28,4% e del 32,7% anche in provincia di Caserta”. Così scrive in prima pagina il quotidiano Avvenire, citando statistiche contenute in una relazione ancora inedita. Un rapporto realizzato dai medici e dagli epidemiologi del ‘Pascale’, polo oncologico di eccellenza nazionale che la recentissima legge regionale di istituzione del registro tumori in Campania ha investito di un ruolo di coordinamento nelle politiche di studio e di prevenzione.

Il rapporto mette in connessione i picchi di mortalità per cancro con l’insorgere dell’emergenza rifiuti e del fenomeno dei roghi tossici che hanno avvelenato le terre tra le province del napoletano e del casertano. “Questo eccesso di mortalità, che riguarda anche altre patologie cronico-degenerative – si legge nel lavoro – si configura come un grave problema sociale e ambientale, oltre che sanitario, di vasta dimensione e notevole gravità”.

Spezzettando il rapporto attraverso l’analisi delle singole patologie tumorali, si scopre che l’incidenza di alcuni tipi di cancro è clamorosamente aumentata nel tempo. Il tasso di mortalità per tumore al fegato negli uomini negli ultimi venti anni in provincia di Napoli è salito dal 22.1% al 38%, e in provincia di Caserta dal 22.3% al 26.4%. Mentre su scala nazionale diminuiva dal 12.3% al 10%. Per le donne il tasso di mortalità di tumore al seno in provincia di Napoli è salito dal 21,4% al 31.3%, mentre su scala nazionale rimaneva inalterato.

Secondo Maurizio Montella, responsabile dell’Epidemiologia del Pascale “la matrice ambientale dell’incremento dei tumori in Campania è fuor di dubbio. E mentre in Italia la mortalità tumorale è diminuita, a Napoli e Caserta è continuata a crescere”. Montella, intervistato dall’inviato di Avvenire Pino Ciociola, indica le zone dove si concentra l’eccesso di mortalità: “Una quindicina di comuni a sud di Caserta e a nord di Napoli, quasi sempre confinanti tra loro. Più altri due che sono attraversati dal fiume Volturno e dal fiume Sarno”. Si tratta della stessa area geografica che secondo un rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità pubblicato su ilfattoquotidiano.it il 24 gennaio scorso, ha manifestato “eccessi significativi della mortalità per tumore al polmone, fegato, stomaco, rene e vescica, e di prevalenza delle malformazioni congenite totali, degli arti, del sistema cardiovascolare e dell’apparato urogenitale”. Anche questo studio, risalente al 2008, dimostrerebbe un nesso tra i tumori e l’emergenza ambientale campana, per anni afflitta dai rifiuti in strada, discariche illegali, immissioni in acqua di sostanze nocive, depuratori mal funzionanti. E’ l’area a cavallo tra le province tra Napoli e Caserta.

Articolo Precedente

Taranto, corsa contro il tempo per l’Ilva. Pronti 300 milioni per le bonifiche

next
Articolo Successivo

Uniamo l’Europa contro il Tav

next