E alla fine scattarono le manette per la bancarotta Deiulemar. Nove arresti e sequestri per 323 milioni di euro per il fallimento miliardario della compagnia di navigazione di Torre del Greco che ha divorato gli investimenti di circa 13.000 risparmiatori per lo più dell’hinterland napoletano. Le accuse per gli arrestati comprendono l’associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta, truffa aggravata a i danni dello Stato, infedele dichiarazione dei redditi, riciclaggio e raccolta abusiva di risparmio. Sigilli a 10 motonavi, quote societarie e beni immobili. E’ il risultato delle indagini della Guardia di Finanza coordinate dai pm Marmo, Raimondi e Prisco della procura di Torre Annunziata, guidata da Raffaele Marino.

A maggio il tribunale aveva dichiarato il fallimento della compagnia, respingendo la domanda di concordato avanzata dai rappresentanti della proprietà, che puntava a restituire circa il 40% delle obbligazioni sottoscritte negli anni. Nel frattempo era andata avanti l’inchiesta, con un risvolto tragico: nel corso di una perquisizione domiciliare, per un malore, il 9 maggio è deceduto uno dei fondatori della compagnia, Michele Iuliano. Aveva 88 anni e fino all’ultimo si era battuto per evitare la bancarotta e trovare un accordo con i comitati dei risparmiatori.

I mesi precedenti al crac avevano gettato Torre del Greco nel panico. Città di navigatori e di armatori, che si era fidata ciecamente di Iuliano&C. Non c’è famiglia che non ha un parente o un sodale che non abbia investito il suo gruzzoletto in Deiulemar. Soldi andati in fumo.

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