L’accusa di essere un “potenziale criminale” entra nella campagna per la presidenza americana. La lancia in campo Barack Obama, che ormai da giorni chiede a Mitt Romney di chiarire il suo ruolo a Bain Capital, la società finanziaria da lui fondata e cui il politico repubblicano deve gran parte della sua fortuna. In cinque diverse interviste sui maggiori network americani (fatto insolito, per un candidato di solito piuttosto refrattario al contatto diretto con i media), Romney respinge le accuse, chiede le scuse di Obama e insinua che il campo democratico lo attacchi per nascondere i “cattivi risultati sull’occupazione”.

Il nuovo scambio di insulti tra democratici e repubblicani ruota attorno a un articolo pubblicato dal Boston Globe giovedì scorso. Nel pezzo si rivela che sino al 2002 Bain dichiarò, nei documenti per la “Securities and Exchange Commission”, di considerare Romney come suo solo proprietario, presidente e chief executive. Il candidato repubblicano ha invece sempre dichiarato di aver abbandonato Bain nel 1999, per gestire i Giochi Olimpici invernali di Salt Lake City, restando un semplice azionista della società. La tempistica dell’addio di Romney a Bain non è una semplice questione di date. Tra il 1999 e il 2002 diverse società finite sotto il controllo di Bain chiusero o misero in atto radicali ridimensionamenti della loro forza lavoro. Migliaia di posti di lavoro vennero spostati in Cina, Messico e altri Paesi. Chi e come gestì la politica aziendale di Bain in quei tre anni non è quindi un fatto di poca importanza, in un’elezione dominata dai temi dell’occupazione e dell’economia.

L’articolo del Boston Globe è stato immediatamente utilizzato dal team di Barack Obama per montare una vera e propria campagna contro Romney. In una conference call con i reporter, Stephanie Cutter, vice-manager del team di Obama, ha detto che “o Mitt Romney, con la sua firma, ha falsificato la sua posizione a Bain con la Sec, ciò che è reato. Oppure ha falsificato la sua posizione a Bain con gli americani, per evitare di essere considerato responsabile dei suoi investimenti”. Il giudizio – gravissimo, considerato che si accusa un candidato alla presidenza di aver commesso “un crimine” – è poi stato ulteriormente rafforzato dallo stesso Obama, che ha detto che “Romney deve dare spiegazioni […] Si tratta di domande legittime cui dare risposta, se uno vuole diventare presidente”. La risposta di Romney è appunto arrivata, in un profluvio di interviste televisive. Il candidato repubblicano ha parlato di “accuse scioccanti”, nei suoi confronti, “al di sotto della dignità di un presidente”. Ha ribadito di aver lasciato Bain nel 1999, ha accusato a sua volta Obama di lanciare la “consueta campagna di menzogne nei confronti dei rivali politici”, e ha chiesto le scuse della Casa Bianca.

La reazione del campo repubblicano non sembra però aver centrato lo scopo. Una serie di sondaggi delle ultime ore, citati dal Washington Post, mostrano che Romney è stato danneggiato dalla questione di Bain soprattutto negli Swing States, gli Stati in bilico tra democratici e repubblicani il prossimo novembre. Secondo molti tra gli stessi strateghi repubblicani, Romney è poi apparso teso, sulla difensiva, nelle interviste, ciò che potrebbe nelle prossime ore rilanciare ulteriormente dubbi e polemiche sul suo passato a Bain. Proprio per tener vivo il fuoco delle polemiche, il team di Obama ha pubblicato venerdì sul web un video dal titolo: “Mitt Romney’s Bain Secret Exposed”. La campagna è quindi entrata in una nuova fase, segnata da uno scontro sempre più duro e cattivo. Praticamente tutti gli spot televisivi elettorali trasmessi nelle ultime ore, e pagati dalle campagne o dai super PAC indipendenti allineati con i due candidati, sono di carattere “negativo”, cioè mirati ad attaccare l’avversario e non a illustrare il proprio programma. E’ anche aumentato in modo considerevole il numero degli stessi spot. Secondo dati pubblicati da Kantar Media, nei primi 12 giorni di luglio sulle televisioni dell’Ohio (uno dei “battleground States” più importanti) sono andati in onda 1640 spot elettorali. Erano stati 845 nel 2008 e 462 nel 2004.

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