Che ci azzeccano i multipli con Lenin? Domanda bizzarra assai. Eppure a Cavriago, novemila abitanti in provincia di Reggio Emilia, una risposta ce l’hanno. Con radici nella rossa storia del paese. Perché Cavriago un giorno fu terra di emigrazione, i suoi contadini-muratori alla fine dell’Ottocento se ne andavano a lavorare in Francia a piedi con la carriola. Però quando ci fu la Rivoluzione d’ottobre riuscirono lo stesso a mandar soldi a chi stava aprendo le porte al sol dell’avvenire.

Per questo, dice la leggenda, il fondatore del partito bolscevico citava lo sconosciuto paesino reggiano come luminoso esempio del socialismo che avanzava in tutto il mondo. Fu così che una delegazione di Benderi, città dell’allora Moldavia, quando arrivò qui per un gemellaggio nel 1970, portò in dono al paese un busto in bronzo del grande Vladimir Ilic.   

Il busto venne messo in piazza e difeso con tutti gli onori. Ancora oggi maturi militanti ricordano di avergli montato la guardia nelle più insidiose notti di nebbia. Ma non bastò. Ci fu ugualmente il tentativo di attentato. Una bomba negli anni Settanta. Perciò si decise di mettere il busto al riparo e di lasciare in piazza una copia, che diventò il primo multiplo di Lenin. Mentre la copia originale venne spostata nel vecchio municipio, adibito a centro culturale. Per ritrovarsi abbandonata lo scorso settembre quando venne inaugurato il nuovo Centro culturale del Comune.   

Una bellissima biblioteca chiamata il Multiplo. Lenin sempre più solo. Un altro Multiplo a scalzarlo. Ed è la biblioteca la vera idea da raccontare in questo viaggio settimanale tra le cose belle dell’Italia che non fanno notizia. Perché se la cultura non dà da mangiare, a Cavriago invece la si respira e sembra tutt’uno con il benessere locale. Ti dicono con gaiezza che sono la patria di don Giuseppe Dossetti e di Orietta Berti. Ma il gioiello è il Multiplo, il Centro di cui l’assessore alla cultura Paolo Burani (che è pure il vicesindaco) racconta con occhi che brillano dietro le lenti. “Facciamo delle cose che sono normali in tante città europee, ma che in Italia sembrano eretiche. Lo sa per esempio che diamo in prestito anche le opere d’arte? Si chiama artoteca. Ecco, vede che anche lei si stupisce? Ma dica, perché non dovremmo fare come con i libri? Noi organizziamo una mostra con litografie, xilografie, foto artistiche, originali di fumetti per bambini, il pubblico viene, a qualcuno piace l’opera e la chiede in prestito. Massimo due alla volta. Cinquanta euro di cauzione all’anno. Tutto coperto da assicurazione, sia dentro il Multiplo sia tra le mura di casa sia durante il trasporto. Se la porta a casa, se la gode, la fa vedere agli amici e poi la riporta entro quarantacinque giorni. Se se ne innamora si mette in contatto con i proprietari e la acquista. Ma non è bello che uno possa avere un’opera d’arte in casa qualunque sia il suo stipendio? Quanto al parco libri, è a rotazione. Noi vogliamo offrire le novità. Pensi che su un paese di novemila abitanti abbiamo in biblioteca circa cinquecento presenze al giorno. Ci si fanno corsi, giochi, si vedono film. Ormai è diventato un luogo di incontro obbligato, vengono anche da fuori. Ecco, le dicevo, con questi numeri come vuole che teniamo sempre gli stessi libri? Che non alimentiamo il nostro patrimonio con la narrativa o la saggistica di qualità che continuano a uscire?”.   

“I vecchi volumi li mandiamo in un magazzino provinciale. Certo “Delitto e castigo” o “I promessi sposi”, i capolavori intendo, quelli restano sempre. E comunque i vecchi libri possono essere sempre richiesti. Ma è bello che ci sia costantemente quest’aria di novità. Uno viene e chiede “che cosa è arrivato?”. Spendiamo 45mila euro l’anno per acquistare i nuovi pezzi, dvd compresi. Le do una cifra: a Cavriago per cultura, giovani, sport e tempo libero spendiamo quasi un milione di euro l’anno, il dieci per cento del bilancio comunale. Tutto si tiene però anche grazie a un grande volontariato. Da noi è l’ultima cosa che manca, le associazioni pullulano. Ogni giovedì abbiamo un gruppo di signore che vengono in biblioteca, si sistemano al tavolo, prendono dei fogli di carta plasticata, li tagliano per benino e mettono le copertine e gli adesivi ai libri appena catalogati. Ma lo sa quanto vale questo servizio?”. Intorno tutti ascoltano orgogliosi. “Abbiamo avuto anche riconoscimenti internazionali, all’estero o nei convegni si parla del Multiplo di Cavriago, mentre in Italia esistiamo solo per Orietta Berti o per il busto di Lenin”. “E’ l’unico che c’è in Europa, comunque”, l’orgoglio rosso dei presenti non resiste. Il Multiplo è in un grande giardino, si staglia elegante accanto all’edificio dei primi Novecento che ospita gli uffici, ragazzi sostano davanti al cancello.

Qui governa il Pd, con Italia dei valori e socialisti. Ma poi c’è un’altra bella fetta di elettori che sta a sinistra della sinistra. Cultura e volontariato sono ideali molto sentiti”. Vero, alla festa del Pd, bella e grande come in una città capoluogo della Lombardia, sembra di essere in vacanza, tira un fresco elegante. Ai tavoli serve una giovane signora dai tratti meridionali, “piacere sono Sonia, l’assessore alle politiche sociali”, gira tra i tavoli Maura, segretaria del partito, amministratori che stappano bottiglie e distribuiscono gli 11.800 tortelli fatti a mano per la festa. Chi pensa che queste tradizioni di popolo facciano a pugni con il progresso e la modernità culturale venga qui. Veda, senta e faccia un giro al Multiplo.

Il Fatto Quotidiano, 15 Luglio 2012

Articolo Precedente

Michael Sandel e le cose che il denaro non dovrebbe comprare

next
Articolo Successivo

Sicilia e beni culturali: inutile insistere?

next