Può un decreto del Presidente della Repubblica, emanato dietro parere del Consiglio di Stato, non essere tenuto in alcuna considerazione? Sì, succede a Cattolica, dove il parere di Giorgio Napolitano, su un ricorso straordinario presentato da un imprenditore locale ben 7 anni e mezzo prima, quando era in carica il suo predecessore Carlo Azeglio Ciampi, non ha alcun riscontro effettivo. 

1994: la delibera per costruire il centro ricreativo. È una storia prettamente italiana quella di Cattolica, che fornisce uno spaccato paradigmatico sui tempi della giustizia nostrana e sulle loro conseguenze. È il 23 marzo 1994, quando la prima delibera della giunta dell’ex sindaco Gian Franco Micucci indice una gara “per l’affidamento in concessione della costruzione e gestione parcheggi di un centro ricreativo e di un centro sportivo nell’area compreso tra il parco della Pace, via Francesca da Rimini e via Carpignola”. Se l’aggiudica il senese Consorzio del Parco srl. con un progetto esecutivo da 25 miliardi di lire. Passano da allora 10 anni durante i quali, in corso d’opera, intervengono altre varianti, finché il consiglio comunale approva, con la delibera n.41 del 28/08/2003, una modifica sostanziale del progetto presentata dalla società costruttrice.

La variante contestata. Si stabilisce così “la concessione del diritto di superficie nel sottosuolo dell’area parco della Pace”, che dà il via libera al consorzio di costruire e gestire parcheggi interrati “dietro concessione in suo favore del diritto di superficie per 99 anni, rinnovabili per altri 99, con la possibilità di cessione a terzi”. Per l’operazione 83 mila euro entrano nelle casse del Comune, in compensazione degli oltre 67 mila che l’ente deve al consorzio per le opere di urbanizzazione realizzate.

Alla delibera si oppone Giorgio Pierani, proprietario di un’azienda di costruzioni. Il 19/01/2004 l’imprenditore fa ricorso al presidente della Repubblica contestando la procedura di assegnazione dei lavori per il parcheggio sotterraneo che, a detta sua, “viola le norme che prevedono l’espletamento delle procedure di evidenza pubblica”. Pierani lamenta di essere stato arbitrariamente scavalcato dalla procedura adottata: era infatti necessario, sostiene, un altro bando per assegnare la seconda tranche di lavori, riguardante i parcheggi interrati: un procedimento a evidenza pubblica al quale avrebbe potuto partecipare anch’egli.

Il D.p.r. Napolitano. La risposta si fa attendere 7 anni e mezzo e intercorre nel frattempo un cambio al vertice del Quirinale, ma alla fine la presidenza della Repubblica si pronuncia sul ricorso di Pierani. Accade un anno fa, il 21 luglio 2011. Giorgio Napolitano, su proposta del ministro delle infrastrutture e dei trasporti Altero Matteoli e visto il parere (espresso già nel 2008) del Consiglio di Stato accoglie il ricorso dell’imprenditore di Cattolica.

Secondo la tesi del ricorrente, ritenuta valida dal dpr, “la costruzione del nuovo parcheggio interrato non può considerarsi una variante all’originario progetto in quanto, ai sensi della legge sui lavori pubblici 11 febbraio 1994 n.109, di varianti si può parlare solo in corso d’opera, mentre eventuali modificazioni intervenute alla conclusione dei lavori sono da considerare lavori extracontrattuali, il cui affidamento dev’essere attribuito mediante applicazione delle ordinarie regole di evidenza pubblica imposte alla pubblica amministrazione per la scelta del contraente, cioè la predisposizione da parte del Comune di un progetto preliminare e un piano economico-finanziario, la pubblicazione di un bando di gara contenente tutti gli elementi necessari per consentire ai partecipanti di formulare la loro offerta e all’amministrazione di scegliere quella più vantaggiosa”.

Nell’accogliere l’istanza il decreto presidenziale evidenzia un altro motivo sollevato da Pierani che prova l’incompatibilità della società Consorzio del Parco con la concessione della costruzione e gestione di opere pubbliche “per difetto dei requisiti prescritti”: la srl infatti –si legge- “non è iscritta all’albo dei costruttori, non ha qualificazione, né ha alle proprie dipendenze personale tecnico”.

La reazione al Dpr. A palazzo Mancini siedono ancora 4 amministratori in carica al tempo della contestata delibera 41/2003 sui parcheggi sotterranei. Sono gli assessori Leo Cibelli, Giovanna Ubalducci e i consiglieri Luca Maria Ercolessi, Pierangelo Del Corso. Solo due di loro votarono il provvedimento: Cibelli infatti era assente e Del Corso uscì dall’aula. La delibera fu approvata con 11 voti favorevoli e 2 contrari. 

Oggi la sua validità è resa nulla dal decreto del presidente Napolitano, al quale però l’amministrazione di Cattolica, guidata dal sindaco Pd Piero Cecchini, pare non intenda ottemperare. Troppi anni sono passati e nel frattempo i lavori sono stati eseguiti. In verità un tentativo di affrontare il problema e dar seguito al decreto è stato fatto con la proposta di delibera n.31 del 5/6/2012 che però è stata ritirata, rimanendo così lettera morta.

La questione è ancora aperta ed è destinata ad avere un suo sviluppo in un’aula di tribunale: Giorgio Pierani ha dato mandato a un legale perché venga rispettata la sentenza del presidente della Repubblica. Si armerà di pazienza l’imprenditore, già che attende dal 2004 che sia fatta giustizia.

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