A fuoco 100 ettari di bosco nella Murgia. Fiamme dolose. Leggendo a prima mattina questa notizia mi si è bloccato lo stomaco. Approfondendola, infatti, ho scoperto che si trattava del bosco di “Acquatetta”.

Io ho considerato da anni questo bosco il simbolo della Rinascita pugliese. Era una grande estensione di conifere reimpiantate dai vari programmi di rimboschimento degli enti forestali. Era la metafora di una possibile forestizzazione della Murgia, la macchia verde simbolo della resistenza dei pugliesi a non trasformare le terre murgiane in servitù militari. Quelle terre verso la fine degli anni ’90 dovevano diventare un grande poligono di tiro militare. L’ostinazione e le lotte dei pugliesi le hanno invece trasformate in uno dei parchi naturali più interessanti del Mediterraneo.

Io ad Acquatetta ci andavo periodicamente per ricordare le passeggiate giovanili e per controllare se i piccoli sentieri erano rimasti integri. Si era sviluppato perfettamente il più bel bosco della Murgia. Quest’inverno dopo una forte nevicata sono andato per toccare la neve e ho potuto ammirare un paesaggio che nulla aveva da invidiare all’Appenzello: enormi distese di neve intatta solcata solo da orme di volpi. Un bosco che odorava di Puglia quello di Acquatetta, attorniato da pale eoliche collocate negli ultimi anni. Ci si inoltrava dentro per giungere fino a una grotta profonda e poi dopo averla superata all’improvviso ti si apriva un panorama spettacolare: una immensa distesa verde a perdita d’occhio ed in fondo scorgevi a stento Spinazzola, tipico paese murgiano. Era per me una emozione particolare, perché avevi la sensazione di essere su una scogliera alta con il mare di fronte, un mare verde e deserto, dove le masserie bianche apparivano piccole imbarcazioni. Era il mio “mare della Murgia”, perché l’orizzonte era ampio e infinito e nascondeva alla vista la troppo lontana Lucania.

Un mese fa parlando con un amico che ha scelto di vivere nella sua masseria vicino Castel del Monte impiantandovi un agriturismo ci dicevamo: quest’anno la Murgia è ancora più verde. I piani di rimboschimento, l’ente parco, la maggiore intraprendenza turistica incentivata da Vendola su quei territori, hanno trasformato la Murgia da territorio desolato e arido in un grande contenitore culturale pugliese. Acquatetta era la dimostrazione plastica della rinascita. Qualcuno in una notte lo ha raso al suolo in maniera dolosa. E’ come se avesse voluto interrompere l’atto di crescita di un organismo completamente rinato. Un danno ecologico e psicologico ai pugliesi che vogliono rinascere a partire dalla loro terra. Ricordo che il destino del parco della Murgia fu salvato dalla ostinata difesa di don Tonino Bello che si schierò apertamente contro le servitù militari. Oggi la Puglia è attaccata via mare dalle grandi multinazionali del petrolio e nelle sue terre interne da nuovi appetiti che boicottano le riserve naturali, magari per insediarvi discariche. E don Tonino Bello non c’è più.

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