Giovani, carini e disoccupati. Fino a quando i rifiuti non diventano risorsa e l’Europa una nuova consapevolezza. E tutto cambia.

Emiliana Mellone, 28 anni, ha uno sguardo sveglio e vivace. Prendendo in prestito un’espressione di Umberto Eco, le piace definirsi “apocalittica e integrata”. Un po’ come le idee che ha. È lei, infatti, che ha risvegliato l’anima sostenibile di Napoli al grido di “Jamm’bell!”. Si sono sporcati le mani ma hanno le facce pulite: CleaNap – Piazza Pulita è una provocazione, una performance socialmente utile per ripulire Napoli.

Clean (da “to clean”, pulire) e Nap (Napoli) ma anche con il significato di “clean up” (fare piazza pulita, raccogliere, regolare, moralizzare). «Vogliamo agire dal basso – afferma Emiliana, ideatrice del progetto – rendere il cittadino consapevole, fruitore e padrone della bellezza degli spazi comuni».

Giovani, carini e disoccupati diceva il film. E l’Istat lo conferma. Il tasso di disoccupazione giovanile ha raggiunto il 36,2% e, tra i ragazzi di età compresa tra i 15 e i 29, aumentano i ‘NEET’ – quelli “Not in Education, Employment or Training” – che solo in Italia sono circa 2 milioni e 300 mila.

Eppure, non pochi riescono a sfuggire a questa tendenza.

Come? Con l’idea giusta – e un po’ di passione – spesso la fortuna aiuta.

Emiliana voleva dare un segno. Era nel suo appartamento di fronte al pc quando, attraverso i social, ha lanciato un invito e imbracciato una scopa: “Giorno tot, ora x, tutti in piazza Bellini per dare una ripulita”. Mai avrebbe pensato che un piccolo gesto si sarebbe trasformato in un’azione collettiva: 100 persone con voglia di pulizia, pronte in strada con ramazza e rastrello.

Come sempre più spesso accade, il messaggio da Virale è diventato Reale.

Nato come un flash mob, oggi CleaNap agisce in modo più omogeneo e pianificato. È diventato un organismo di vigilanza, ha esteso le iniziative alle SMART CITIES  (hanno appena vinto un bando del MIUR occupandosi di bike sharing) ed è partner di Let’s Do it 2012 «per cui stiamo cercando di organizzare un giorno di clean up! nel Parco naturale del Vesuvio».

«Siamo un’associazione eclettica: dalla monnezza alle smart cities».

Per dare spunti riguardo una nuova visione di bike sharing nella città partenopea è possibile rispondere ad un sondaggio su www.sondaggio-online.com/survey/survey.php?code=40552d2

Ma veniamo alla Giovane Europa: l’Inno alla gioia, la moneta, la bandiera.

Nell’opinione comune spesso questo non basta per sentire l’Europa vicina. E partecipata. Proprio come CleaNap, anche i ragazzi della piattaforma European Alternatives (  www.euroalter.com ) si sono rimboccati le maniche. Hanno creato un network transnazionale con un Festival gemellato in diverse città ( transeuropafestival.eu ).

Democrazia, uguaglianza e cultura sono i temi dell’associazione che opera in quattro sedi: Londra, Roma, Parigi e Cluj-Napoca (Romania). Un’organizzazione che è arrivata a Bruxelles e, il 31 maggio scorso, ha organizzato la prima Iniziativa dei cittadini europei (ICE) per la libertà e il pluralismo dell’informazione

L’ICE (ec.europa.eu/citizens-initiative/public/basic-facts) permette ad almeno 1 milione di cittadini – di almeno 7 paesi europei – di presentare una proposta legislativa direttamente alla Commissione europea (nei confini delle competenze normative dell’UE).

«La nostra idea è proprio questa: far capire che la vera pratica (multi) culturale e di “Rete” si traduce in pratica politica efficace. che dà dei risultati», dice Lorenzo Marsili cofondatore di EA «una necessità, quella di tutelare il diritto d’informazione, che in Italia ha trovato l’appoggio della FNSI, del Comitato per la Libertà e il Diritto all’Informazione, di Libertà e Giustiza, Articolo21 e MoveOn».

Nel pluralismo di tutte le voci, per qualcosa di davvero “nuovo” nel “Vecchio” Continente.

Si ringrazia:

Marco Traversi di I-Sin Italian Social Innovation Network, instancabile organizzatore di occasioni di start-up;

Antonella Andriuolo di ASVI Social Change per interviste e supporto alla stesura.

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