“Fabrizio è senza una gamba, Alex voleva essere più bravo: è senza tutte e due. Io le ho entrambe ma non le posso usare”, parola di Vittorio Podestà, che si presenta con i suoi compagni di squadra, il Barilla Blu Team: Fabrizio Macchi e Alex Zanardi. Sono ospiti di Giocampus, ci sono cinquecento bambini ad ascoltare la storia di questi tre atleti paralimpici, attesi alle Olimpiadi di Londra, settembre 2012. Lo sport azzera la diversità e mostra il traguardo oltre le medaglie quando la vita ti oppone un avversario, il destino, che delle regole del gioco se ne infischia e gioca sporco. L’ avversario ha tagliato le gambe alla quotidianità di Vittorio, Fabrizio, Alex e loro hanno imparato a cambiare passo.

Certo parliamo di persone che un momento eccezionale della vita ha saputo rendere ancor più straordinarie, ma questi tre uomini hanno fregato il destino, come solo i campioni osano tanto più l’impresa appare impossibile: Fabrizio pedala con una gamba sola, Vittorio e Alex con una handbike, una speciale bicicletta con la quale macinare chilometri grazie alla forza delle braccia. “Solo che le biciclette create per noi“ dice Alex “a differenza delle vostre che noi non possiamo usare, potete usarle anche voi”. Dalla diversità nasce l’esempio per essere, oltre l’ostacolo, uguali e la lezione arriva da chi quella differenza è stato obbligato a subire prima, ad accettare poi e infine a dominare. Ci si può svegliare con un sospiro da un incubo improvviso o in un istante essere falciati via dalla banalità di camminare e solo allora scoprire come e se possibile reagire per continuare a vivere. Si può essere campioni nello sport per aver al collo una medaglia, sul gradino più alto, metallo prezioso oppure essere uomini o donne il cui traguardo è ogni dannato giorno, assediati dall’avere qualcosa in meno per compensare quella normalità, inseguendo il destino, superarlo e fargli strada.

Tra l’oro e loro cambia tutto e per dio in meglio: oggi cinquecento bambini hanno conosciuto una sfida che non è fatta di medaglie e podio, di fama e fortuna, ma di modelli umani che avranno pure una gamba o due in meno, ma con qualcosa oltre: cuore e coraggio non si possono amputare come un arto e forse tra i bambini qualcuno sta pensando che la propria fortuna non è gratis, ma va rispettata, protetta e mai scontata. Capire questo è un passo avanti nel rispetto per la vita, sia che questa ti conduca alla finale dei cento metri o a mettere un passo avanti all’altro. “Quando io e Alex andiamo al ristorante” conclude Vittorio “ci fanno lo sconto perché abbiamo le nostre sedie a rotelle, non ci servono le sedie!”. Questi uomini non sono né eroi né monumenti, ma persone in carne e ossa. Bè, carne e ossa un po’ meno di noi, ma alla volontà non servono le gambe, basta il coraggio di Alex, Vittorio e Fabrizio.

Articolo Precedente

Nobel a 5 Stelle. Dario Fo e Franca Rame all’assemblea del Movimento di Cesenatico

next
Articolo Successivo

Taglio degli uffici giudiziari: un’occasione storica

next