Oggi la fondazione Pangea onlus approda a Palermo, per la seconda tappa del suo viaggio in Italia alla ricerca di nuovi sostenitori dei progetti di aiuto ai bambini testimoni di violenza domestica sulle madri. “Non solo cercheremo fondi, ma raccoglieremo volti, storie e voci che ci porteranno a riflettere e quindi a trovare soluzioni” spiega a Ilfattoquotidiano Luca Lo Presti, presidente di Pangea, che quest’anno festeggia 10 anni di attività a fianco delle donne discriminate, dall’India all’Italia, dall’Argentina al Sud Africa. Pangea si fermerà nel capoluogo siciliano fino a domenica 15 luglio, ogni giorno dalle 18 alle 23, giovedì, venerdì e sabato anche dalle 10 alle 13.

L’appuntamento è in piazza Castelnuovo, all’Experience Store di Donna Moderna, dove tutti, anche aziende e Comuni, potranno diventare “mattonisti”: bastano 10 euro, anche da casa con un click, per ricevere un mattone calamitato e diventare azionista del progetto Casa Pangea – Piccoli Ospiti, il cui scopo è finanziare strutture per il recupero dei bambini testimoni di violenza, che di fatto diventano vittime a tutti gli effetti. “Chi assiste alla violenza quando è bambino è come se subisse violenza, non ci sono distinguo tra vittima e testimone” afferma Lo Presti. E, stando alla ricerca europea Daphne III, i bambini assistono alla violenza sulle madri in oltre il 60 per cento dei casi. Mai senza esserne coinvolti: “In 3 anni di progetto pilota abbiamo visto tante cose terribili. A novembre a Latina una bambina è stata costretta a spaccare a martellate le gambe alla mamma altrimenti lui lo avrebbe fatto a lei” continua il presidente di Pangea.

Tra le conseguenze sui minori della violenza domestica, oltre alla mancanza di autostima e all’aumento di aggressività, anche la perdita di rispetto nei confronti della stessa madre, ritenuta debole. Attraverso giochi, laboratori creativi – come l’orto o la cucina – e consulenze con educatrici e psicologhe, i bambini ritrovano serenità, con percorsi sia separati che affiancati alle madri. Molti minori, purtroppo, restano fuori dai programmi a causa della mancanza di finanziamenti. Basti pensare che la casa rifugio Emily di Latina, una delle strutture partner di Pangea, nel 2011 ha dovuto mettere in attesa ben 21 richieste.

“I centri antiviolenza in Italia annaspano, vanno avanti col volontariato. Prima su Latina ricevevamo 20.000 euro ogni anno dalla Provincia, ora non più. Ma non è un problema di Latina, è un problema dell’Italia – denuncia Lo Presti – Si parla tanto di tutela di violenza contro le donne, ma è un fatto più che concreto. Ogni governo ha sempre ignorato il ministero per le Pari opportunità. Anche questo, che ha assegnato a Elsa Fornero l’interim delle Pari opportunità. Non ho niente contro la signora Fornero, ma mettere un interim a un ministro del Lavoro in Italia, dove il lavoro è la priorità, è ignorare la questione. Infatti non c’è stato neanche un incontro con lei”. Poi, però, ci sono anche belle notizie: “Due settimane fa la Lombardia ha approvato lo stanziamento di un milione di euro. Milano ogni anno dà 500.000 euro. Ma fuori Milano è un buco nero”.

 

Articolo Precedente

“Questo è il mio aborto”, fotografa pubblica scatti dell’intervento su un blog

next
Articolo Successivo

A Rieti le ‘Rivoluzionarie gentili’: “Si può collaborare senza invidia”?

next