Oggi l’armonia domestica s’ispira ai ritmi cicardiani dei mercati finanziari e guarda all’euro. Feng Shui? Bioarchitettura? Roba del passato. Da tempo sono in molti ad aver creato in casa un angolo demotivazionale. Per la precisione, un giardinetto demotivazionale, curato nell’intimità, al riparo da sguardi indiscreti.

Vediamo le origini di questo hobby. Come spiegano i grandi paesaggisti, il giardino è più che altro un luogo dell’anima ed è in quest’ottica che ogni coltivatore-fai-da-te, sfogliando il giornale e preparandosi a interpretare la realtà, costruisce ogni giorno il suo angolo demotivazionale.

A parere di molti l’impulso lo diede un paio d’anni fa la colonna di Paul Krugman sul New York Times. Paul Krugman è un interprete autorevole, accademico e premio Nobel per l’Economia. Nonostante il suo volume di quest’anno si intitoli Fermiamo questa depressione, adesso!, il suo blog è una sequela di previsioni pessimistiche sull’Euro, sul capitalismo, sulle sorti dell’economia globale. Krugman sta sfidando gli archetipi della storia: né il mito della profetica Cassandra né tantomeno il calendario Maya riescono a eguagliare la sua intensità demotivante.

Anche da questa parte dell’oceano abbiamo demotivatori in splendida forma: qualche settimana fa Christine Lagarde ha dato all’euro massimo 3 mesi di vita e recentemente il vincitore del premio Wolfson Economics ha pronosticato l’uscita della Grecia dalla Ue da un giorno all’altro, senza preavviso, probabilmente di venerdi sera. Ma citando queste fonti del jet-set dell’opinione stiamo parlando di forze demotivazionali prestigiose sì, ma di superficie.

C’è tutto un mondo di coltivatori della demotivazione underground che zappano da anni. Giornalisti come Paolo Barnard o Giulietto Chiesa nelle loro conferenze dichiarano: “non credete a nessuno, neanche a me”, “la vostra rovina è vicina, svegliatevi”, “la catastrofe economica sta distruggendo l’Europa”. Sono queste parole ad alimentare orticelli urbani, angoli demoralizzanti sul balcone e altre ingegnerie del giardinaggio deprimente poco conosciute.

A questa moltitudine di silenziosi coltivatori si rivolge Beppe Grillo, uomo molto attento ai trend e agli umori, oramai ufficialmente portatore degli interessi dei demotivati con voglia di riscatto. La fine è vicina anche secondo lui, ma non tutto è perduto. Basterà uscire di casa con zappe e decespugliatori e portare la propria demotivazione nell’urna elettorale. Se avrà ragione lo vedremo, chi vivrà vedrà.

Intanto la moda dell’angolo demotivazionale è dilagante, anzi, contagiante. Infatti questo post finisce qui perchè altre attività impellenti mi richiamano al dovere. Devo provare un nuovo antiparassitario, risultati scoraggianti assicurati!

Articolo Precedente

Renato… così fedele, così fidato

next
Articolo Successivo

La ripulita

next