È stata una Notte Rosa con finale amaro, questo week end, a Rimini. Venerdì sera, chi aveva pensato di chiudere la serata trascorsa tra concerti e locali con un bagno mattutino ha dovuto fare i conti con il divieto di balneazione imposto dal Comune. La città infatti non è dotata di un sistema fognario che separa le acque nere da quelle chiare. Per questo è bastato un po’ di pioggia, come quella che è scesa intorno all’ora di cena, perché tutto finisse in mare. Scarichi di fogna compresi. Un problema che, oltre a deludere i gruppi di turisti arrivati a Rimini in occasione del cosiddetto “Capodanno dell’estate”, ha mandato su tutte le furie i gestori dei bagni. “Il danno economico è enorme” – si è sfogato Giorgio Mussoni, responsabile dell’Associazione nazionale degli operatori di spiaggia.

L’esasperazione di chi ha un attività in spiaggia deriva anche dal fatto che l’ evento di venerdì sera non è sporadico. Ogni volta che sulla riviera arriva il maltempo, il mare riminese si ricopre di nero, in particolare in corrispondenza delle paratie degli scarichi. Fare il bagno diventa impossibile. Spesso, a pagarne le conseguenze sono i bambini, più esposti alle infezioni batteriche. Anche se ad aprile era stato un gruppo di surfisti a rimanere intossicato, accusando febbre, vomito, nausea, problemi intestinali, dolori all’orecchio e alla mandibola. Il caso era andato ad ampliare il fascicolo aperto dalla procura un anno fa, con l’ipotesi di epidemia colposa.  

La causa risiede nel sistema fognario indifferenziato: acqua scure e acque bianche terminano nelle stesse condotte e quando piove troppo gli scarichi finiscono a mare. Proprio come è successo nella notte a cavallo tra venerdì e sabato, quando si è ripetuto un copione già noto ai riminesi.  “Il temporale ha fatto partire le attività di gestione previsto dal protocollo comunale – fa sapere con una nota palazzo Garampi -. Nello specifico all’apertura degli sfioratori l’amministrazione ha fatto scattare contemporaneamente sia le attività di comunicazione del divieto temporaneo di balneazione, sia l’intervento dei mezzi meccanici per il primo ripristino della battigia”.

I cartelli del divieto di balneazione sono stati distribuiti lungo parte del litorale di spiaggia compreso tra Miramare e Torre Pedrera. Una brutta sorpresa per i turisti arrivati per la Notte rosa, che durante l’intera giornata di sabato hanno dovuto rinunciare ai tuffi. Un disagio invece per i gestori degli stabilimenti balneari, che hanno dovuto dire addio agli incassi delle grandi occasioni. “Gli amministratori credono che, per risolvere il problema,  basti mettere i cartelli con il divieto di balneazione – continua Mussoni – ma questo significa lavarsene le mani. Si dimenticano  – dice ancora – che da anni la nostra attività è seriamente danneggiata”. I bagnini, già alle prese con una crisi economica che minaccia di mettere in ginocchio anche il turismo della riviera, mettono poi l’amministrazione di fronte a un aut aut. “Se non si affronta la questione con degli interventi strutturali possiamo anche smettere di lavorare. Poi forse si accorgeranno che l’economia della città non può basarsi solo sull’attività della Fiera o del Palas”.

Intanto, dopo anni di polemiche, il Comune ha promesso che i cantieri per lo sdoppiamento del sistema fognario partiranno entro pochi mesi. Un’opera da quasi un miliardo di euro (50 milioni di euro all’anno), che richiederà anni e anni di lavori. Per ora, quindi, ai turisti riminesi non resta altro che sperare nel bel tempo. Altrimenti, addio tuffi.

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