Modena chiama, Napoli risponde. Ma solo a metà. Per i terremotati dell’Emilia il Consiglio comunale della città partenopea ha deciso di devolvere un gettone di presenza dei 48 eletti del popolo: valore, 100 euro ciascuno. La raccolta fondi è partita 10 giorni fa, ma quando ne mancano quattro al termine quasi la metà dei consiglieri non ha ancora dato l’ok. “Non sapevamo di dover andare a firmare di persona in ragioneria”, si giustificano in molti.

La lista che gira in queste ore tra i corridoi del Palazzo è diventata la cartina dell’imbarazzo: 21 consiglieri comunali su 48 non hanno ancora concesso il loro gettone di presenza. Quasi la metà degli eletti, gli “sbadati della beneficenza”: i 6 di Federazione della Sinistra, i 4 del Pd e altri 10 sparsi tra Pdl, gruppo misto e sigle di opposizione. Corrono voci, covano sdegni e nelle ultime ore c’è chi si precipita a firmare. Sarebbero altri 7 i consiglieri ad aver sanato nelle ultime ore il loro debito con la coscienza, per cui da 21 passerebbero a 14 quelli che non hanno ancora donato il loro gettone per la “tragedia dell’Emilia”. E c’è tempo solo fino a martedì 10 luglio, termine ultimo.

In tanti non si sono ancora decisi. Semplici ritardatari o portoghesi della politica? Il fatto è che l’adesione era stata data da tutti i gruppi in Aula il 19 giugno, senza bisogno di una votazione, tanto che fu ritirato anche un ordine del giorno, a firma di un esponente dell’opposizione, visto che alcuni consiglieri avevano già avviato l’iniziativa, dando il loro assenso agli uffici del Consiglio. Inutile “sancire la beneficenza”: ogni singolo consigliere sarebbe di lì a poco passato in segreteria e con una firma avrebbe offerto un contributi per l’Emilia. Con il prelievo del gettone pronto a scattare sullo stipendio di fine luglio.

Ma dopo le buone intenzioni troppi di quei consiglieri non si sono più fatti vedere. E tra loro c’è chi se la prende con gli uffici del dipartimento del Consiglio: colpa di segretari e amministrativi se i politici dimenticano. “Solo ieri – attacca Ciro Fiola, capogruppo del Partito democratico – ci hanno mandato dagli uffici del Consiglio i fogli per sottoscrivere la donazione. Lo faremo entro martedì”. A contestare la procedura è anche il capogruppo della Federazione della sinistra, Sandro Fucito: “Una modalità assurda, mai vista. Sono andato proprio ieri a prelevare i moduli di sottoscrizione per i miei sei consiglieri. Non sapevamo di dover andare di persona per dare l’assenso alla donazione. Di solito, il presidente del Consiglio legge due righe in Aula e tutto avviene in automatico”.

Ma negli uffici di via Verdi, sede del Consiglio, non mancano le stroncature: “Quando devono riscuotere i fondi per i gruppi politici i consiglieri sono pronti a fare la fila fuori dalle stanze della ragioneria. Ora che devono rimetterci per beneficenza non si fanno vedere, latitano, e se la prendono con gli uffici che non li hanno avvertiti. Dobbiamo mica inseguirli”. Tra i primi ad aver devoluto il gettone ci sono i 14 consiglieri dell’Italia dei valori e gli otto di ‘Napoli è tua’, la lista civica del sindaco Luigi de Magistris. Spiega il capogruppo Idv, Franco Moxedano: “La procedura è pubblica da 10 giorni: facemmo dei comunicati stampa, inviammo una nota al presidente del Consiglio Pasquino e addirittura si stava presentando un ordine del giorno in Consiglio prima della seduta di bilancio, ma ci sembrava pleonastico firmare, visto che noi dell’Idv avevamo già dato l’autorizzazione agli uffici”. Ora che l’imbarazzo è certo, nel Palazzo scommettono che tutti i 48 consiglieri saranno ligi al loro dovere. Come a dire: quando non provvede, la Casta si ravvede.

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