I dj sono le rock star del momento. Secondo Celebritynetworth, David Guetta, Paul Oakenfold, John Digweed – tanto per citarne alcuni – sarebbero i modelli ai quali le nuove generazioni fanno riferimento; salire in consolle “fa figo!” inoltre garantisce guadagni facili e agi a non finire.

La “club culture” alla quale appartiene il sottoscritto è di tutt’altro stampo; quelli come me, non sono gli idoli incontrastati di nessuno (nemmeno pretendono di esserlo), i guadagni sono relativi e gli agi decisamente un optional.

Durante l’inverno si cerca il luogo ideale dove realizzarsi: il dj non è “un’animale stanziale”, è capace di percorrere chilometri in lungo e in largo per la penisola, ma è chiaro, vorrebbe trovare un posto nel quale “fare il nido”. Nei mesi estivi invece, come un’ape vola di fiore in fiore, il dj viaggia di palco in palco perché impazzano festival, rassegne e chi più ne ha più ne metta!

La categoria dovrebbe prima di tutto rendersi conto che in un’ipotetica catena musicale, i suddetti, sono inequivocabilmente l’ultimo anello, figure fondamentalmente odiate: è una questione di status! Prenderne atto è necessario, diversamente lo s’imparerà a proprie spese, magari grazie al fonico di una qualsiasi festa all’aperto.

Avete presente chi sono i fonici? Trattasi di loschi figuri, i cui tatuaggi sono direttamente proporzionali “all’incazzatura” che li contraddistingue; ricordar loro che a fine concerto “si balla” è la cosa peggiore che si possa fare: un verso simile ad un grugnito costituirà la risposta e, mal che vada, ad essere recitato, sarà “un rosario” poco rassicurante.

Il dj vaga da una parte all’altra del palco oscillando, carico di valige, nella speranza di individuare la propria postazione ma non la troverà facilmente! Né il fonico, né il musicista di turno, si degneranno della minima considerazione. Già, perché la seconda tipologia di persone con la quale entrerà in contatto sarà uno dei membri della band che da lì a poco suonerà. 

Avete presente chi è un musicista? Giusto per capire e sempre volendo generalizzare, è l’anello portante della catena di cui sopra. L’attitudine che lo caratterizza, viaggia di pari passo con il personaggio che interpreta sul palco (e non con la persona che è). Chiedere udienza a costui, il più delle volte si risolve con un nulla di fatto: il musicista snobba il dj sostenendo concetti desueti come: “Sono io che suono, tu al massimo metti i dischi”!

Come non essere d’accordo? Il fatto è che dopo alcune ore passate a chiedere lo spazio in cui realizzare “le proprie miserie”, al povero dj nulla è ancora manifesto. Non rimane che rivolgersi al gestore ovvero “l’ultima ancora di salvezza”.

Avete presente chi è  un gestore? Sempre facendo di tutta l’erba un fascio, il boss sta al di sopra delle parti, ama confondersi con il branco pur tenendo a ribadire che di quel gregge lui è “il pastore”. È mediamente simpatico e con il dj crea un rapporto simbiotico (gli vuole bene) ma soltanto se la serata funziona, diversamente “son dolori”.

Il gestore svicola a qualsiasi richiesta e come non capirlo? Dopo aver sopportato l’indifferenza di fonici/musicisti, a manifestarsi ai suoi occhi non è un dj ma la personificazione di noie eventuali.

Sconsolato, a quel punto, il selectioner si rifugia in un angolo e in attesa di miglior sorte si lascia sopraffare da personali ossessioni.

Avete presente chi è un dj? Di tutte le figure sopracitate è certamente la peggiore; ambiguo, frustrato, paranoico, non si fida di nessuno: fonici, musicisti, gestori, per non parlare dei propri simili!

Il collega dj è il nemico numero uno poiché se potesse “farti fuori” lo farebbe, seduta stante. “Il Kollega” si presenta in consolle sorridendo, sperticandosi in una miriade di complimenti mentre nel minuto successivo lo si vede sputare veleno sulla fauna intorno, declamando presunte incapacità altrui. Da quel pulpito disquisisce di quanto sia fondamentale la tecnica, dimenticandosi che in un dj-set rock non è quello a fare la differenza ma la cultura musicale; “un taglio” ben fatto vale mille pezzi “presi in battuta”, un balzo temporale ben concepito si eleva al di sopra delle consuetudini. Ecco, di tutto questo “Il Kollega” si dimentica. Non potrebbe fare altrimenti, la conoscenza musicale in suo possesso non gli permette di fare altro…

Verso la mezzanotte lo scenario magicamente muta. Il dj ha scoperto che una consolle ad aspettarlo c’è! Ha inoltre compreso che i fonici, sotto quella scorza, spesso nascondono dosi massicce di simpatia, così come i musicisti: persone che sovente brindano felici con i gestori tra il pubblico.

Tuttavia il solito dj qualunque non crede “agli Happy End”; la realtà che lo contraddistingue difficilmente “si bagna del vino coi tarallucci”. Così, mentre “taglia” impeccabilmente i Violent Femmes con i R.E.M scorge “Il Kollega” che, pensando di non essere visto, si segna le canzoni ascoltate, meditando chissà quali nuovi tremendi complotti.

 

9 canzoni 9 … oscillando sul palco

Lato A

Country Death Song • Violent Femmes

Texarcana • R.E.M

Rock Lobster • The B -52’s

Girl You Want • Devo

Lato B

Fear of Darkness • Disappears

Elvis • These New Puritans

Rose Red •  Sons and Daughters

Industry • Hope of the States 

Roland • Interpol

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