Adesso Angela Merkel rischia davvero di perdere tutto. Sospesa in un momento diplomatico ancora interlocutorio, tra le pressioni parzialmente vincenti di Italia, Francia e Spagna e le offensive rigoriste di Olanda e Finlandia, la cancelliera vede aprirsi improvvisamente un pericoloso fronte interno. Con il rischio concreto di trovarsi tagliata fuori dal futuro del suo Paese e del suo partito. La bomba l’ha sganciata oggi la Csu, versione bavarese della quasi omonima Cdu, il partito di maggioranza della quale la Merkel resta ad oggi leader. Se il meccanismo anti spread dovesse essere ratificato presso il Bundestag, non diversamente da quanto accaduto con il fiscal compact e l’Esm, la stessa Csu sarebbe pronta a ritirare il proprio sostegno al governo. Facendo così venire meno la stessa maggioranza.

La mossa, rivelata dal numero uno del partito Horst Seehofer in un intervista al settimanale Stern, complica ulteriormente i piani della cancelliera, sempre più in difficoltà nel tentativo di tenere insieme le diverse parti della coalizione che la sostiene. Nei giorni scorsi, il parlamento tedesco ha approvato il fiscal compact grazie anche ai voti dell’opposizione mentre alcuni esponenti cristianodemocratici hanno votato contro. La Merkel si è trovata così in una situazione paradossale: ha conquistato il sostegno dell’opposizione ma ha perso una parte della sua maggioranza. Mettendo così a rischio il futuro della sua stessa leadership.

In definitiva, la cancelliera si è trovata in trappola senza alcuna prospettiva di uscita. I socialdemocratici le avevano promesso aiuto ma solo di fronte all’impegno per un sostegno concreto all’ipotesi di una tassa sulle transazioni finanziarie. Monti lo ha capito per tempo e ha opposto il proprio veto alla Tobin tax in assenza di un sì allo scudo anti spread. E’ stato a quel punto, nella notte tra giovedì e venerdì scorso, che la cancelliera ha capito di essere finita con le spalle al muro. Ora la Spd ha rispettato i patti ma all’interno della maggioranza in molti non le hanno perdonato la concessione obbligata al triplice fronte di Italia, Francia e Spagna.

Oggi la cancelliera ha tentato di prendere tempo sottolineando che l’accordo della scorsa settimana costituisce un’intesa di principio della quale dovranno ancora essere definiti i dettagli e rimarcando la necessità di rispettare le decisioni dei singoli Stati membri con un chiaro riferimento ai tormenti di Olanda e Finlandia. Al tempo stesso, tuttavia, la Merkel sa di non poter tornare indietro dopo l’intesa raggiunta nell’ultimo vertice con le controparti europee. Viene in mente, insomma, quanto rilevato nei giorni scorsi da un editoriale dell’opinionista dello Spiegel Jakob Augstein. “L’Europa o niente, questo deve essere il grido di battaglia della cancelliera – scriveva – Angela Merkel deve combattere per la Ue anche contro la resistenza del suo partito e dei suoi elettori. Anche se questo dovesse costarle la leadership della Cdu”. Una profezia che rischia ora di avverarsi.

 

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