Gli incidenti diminuiscono, le polizze RC auto aumentano. E lo fanno ad un ritmo che ha pochi eguali in Europa. Ovviamente però, almeno secondo le assicurazioni, tutto ha una spiegazione plausibile. Come ammette la stessa Ania (l’associazione nazionale delle compagnie assicurative) nella relazione presentata oggi, tra il 2007 e il 2011 la polizza per l’auto è rincarata quasi del 21%. Gli unici paesi che nello stesso periodo hanno registrato aumenti più consistenti sono la Gran Bretagna (+86%), Grecia (+ 37%) e Finlandia (+21%). Solo nel 2011 il costo per assicurarsi è salito del 5,8% ma non dimentichiamo che si tratta di un dato medio in cui si nascondono rincari monstre che, secondo i dati Isvap (l’autorità di vigilanza del settore, ndr) possono tranquillamente sfondare la soglia del 10% come nel caso dei neo patentati, specie nel Mezzogiorno.

La polizza si è fatta in media più pesante nonostante lo scorso anno gli incidenti siano diminuiti di oltre il 12% attestandosi a quota 2,7 milioni. Le compagnie si difendono rilevando come contemporaneamente sia cresciuta del 10% l’entità dei risarcimenti passati in media dai 4.117 euro del 2010 ai 4.459 del 2011. Inoltre in Italia i sinistri con infortuni sono il 22% più del doppio rispetto alla media europea. Il problema esiste ma è difficile che da solo basti a spiegare le fortissime differenze rispetto agli altri grandi paesi del Vecchio Continente. Come ha denunciato sempre l’Isvap se il costo medio di una polizza oscilla in Italia tra i 900 e i 1000 euro, in Germania o in Spagna si va poco oltre i 200 euro mentre in Francia ci si ferma addirittura a 170 euro. 

L’Ania si accorge poi che questo per le famiglie “è il periodo più difficile dal dopoguerra” ma l’unica concessione è una dichiarazione di intenti in cui le compagnie si dicono disposte ad abbassare le tariffe “nell’ambito di un’azione congiunta, di ‘sistema’, che aggredisca alla radice quelle componenti strutturali che mantengono elevato il costo dei sinistri”. Come dire se paghiamo di meno noi potete risparmiare un po’ anche voi.

“Le compagnie dicono il vero quando denunciano un’incidenza di comportamenti scorretti maggiore che negli altri paesi” spiega Fabrizio Premuti, responsabile del settore assicurazioni di Adiconsum, tuttavia anche questo problema può essere inquadrato in quello più generale della bassa efficienza del sistema”.”Servono più controlli e fatti meglio e l’istituzione di un’ agenzia anti-frode dotata di veri poteri”. Di tutto questo ragionamento non c’è traccia nella relazione dell’Ania giudicata da Premuti assolutamente insufficiente dal punto di vista delle proposte. Quanto poi alle misure per favorire la concorrenza contenute nel recente decreto “Salva Italia” del governo Monti l’effetto è stato pressoché nullo. “Negli ultimi anni gli unici interventi che hanno portato qualche beneficio concreto ai sottoscrittori di polizze auto sono state le “lenzuolate” di Bersani” taglia corto Premuti.

Per gli automobilisti al danno dei rincari si aggiunge inoltre la beffa delle tasse che rende il conto finale ancora più salato. 77 province su 110 hanno infatti alzato al massimo l’aliquote di loro pertinenza che si applica sul premio pagato. A fare due conti ci ha pensato la Banca d’Italia segnalando come nel 2011 le province abbiano incassato dalle polizze 2,3 miliardi di euro ossia il 17,5% in più dell’anno prima. Tanto per cambiare il livello di tassazione sul settore ormai ad un soffio dal 26% risulta di gran lunga superiore a quello degli altri paesi europei.

Più in generale la relazione dell’Ania ha fotografato un settore in sofferenza. Lo scorso anno si è chiuso con 3,7 miliardi di perdite, quasi esclusivamente a causa del rosso da 3,4 miliardi registrato nel comparto delle polizze vita. Un risultato quest’ultimo peggiore di quello accusato nel 2008 nel pieno della bufera finanziaria seguita alla bancarotta di Lehman Brothers.

Il ramo danni è risultato invece in sostanziale pareggio ma solo grazie all’apporto delle polizze auto che, essendo obbligatorie, risentono meno della crisi. L’ammontare complessivo dei premi è sceso dell’11,9% a 113,4 miliardidi euro (75,7 miliardi nel ramo vita e 37,7 in quello danni). A mettere sotto pressione i bilanci delle compagnie sono state infine anche le forti svalutazioni sui titoli di stato posseduti.

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