“Non credo che il governo dei tecnici, che è stato l’emergenza e che ci ha fatto guadagnare qualche punto coi mercati, possa essere considerata un’esperienza di lungo periodo”. Il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, chiude all’ipotesi di un Monti bis anche dopo la scadenza naturale della legislatura nel 2013. “Abbiamo bisogno di una politica vera”, ha detto il capo degli industrali italiani durante un convegno a Bologna in occasione del centenario del Ccc, il Consorzio cooperative costruzioni.

Ma il presidente dell’associazione degli industriali oggi ha parlato soprattutto del mondo del lavoro e della piccola imprenditoria. Prima il successore di Emma Marcegaglia lancia un j’accuse pesantissimo sulla questione dei ritardi nei pagamenti da parte della pubblica amministrazione. Un’accusa lanciata proprio dalla città che aveva visto Giuseppe Campaniello  darsi fuoco davanti a una sede dell’Agenzia delle entrate: “Consentitemi di dire che uno Stato che non fa fronte ai suoi pagamenti non è uno Stato civile e che dietro ai suicidi di tanti imprenditori ci sono casi di insolvenza della pubblica amministrazione o di grandi aziende”. 

Poco prima Squinzi ha lanciato anche un monito sui dati diffusi stamane dall’Istat riguardanti la disoccupazione giovanile in crescita al 36 %. “Un dato drammatico, bruttissimo, bisogna ritrovare subito la via dello sviluppo. Con questi numeri – ha avvertito Squinzi – rischiamo di perdere una o forse più generazioni”. Secondo i dati provvisori diffusi oggi infatti, a maggio il tasso di disoccupazione dei 15-24enni ha toccato un record storico salendo al 36,2 %. Ciò significa che è disoccupato più di un giovane su tre di coloro che partecipano attivamente al mercato del lavoro. Tanto per capire quanto sia grave la siuazione italiana basterebbe dire che la disoccupazione giovanile, quella che interessa i ragazzi sotto i 25 anni di età, nel mese di maggio ha registrato un tasso del 22,6 % nell’area euro e del 22,7% nell’intera Unione europea. Nel maggio di un anno fa, i due dati erano rispettivamente al 20,5 % e al 21 %. Il dato italiano quasi “doppia” quello europeo. 

 “Il dato sulla disoccupazione giovanile è un dato gravissimo: come imprenditore e come italiano è la cosa che mi preoccupa di più”, ha commentato ancora Squinzi. Per i presidente degli industriali l’incontro è stato anche l’occasione per commentare le altre notizie di queste ore: quelle sulla spending review e sull’ultimo vertice europeo a Bruxelles con Mario Monti protagonista. “La spending review può aiutare molto e va nella direzione giusta come molte altre cose che ore vanno messe in pratica. I risultati del vertice europeo sono positivi – ha proseguito il leader di viale dell’Astronomia – poi vedremo che cosa succederà nel medio-lungo periodo, perché i risultati sono sempre da verificare e perché i mercati capiscano questa volontà di migliorare”.

Anche Massimo D’Alema, giunto come Squinzi a Bologna al convegno del Ccc, ha commentato il momento politico e quello economico. Sulla disoccupazione giovanile il commento è analogo a quello di Squinzi: “Un’intera generazione rischia di essere spinta ai margini del lavoro”, ha detto l’ex premier. Sulla spending review di Monti, D’Alema attende di conoscerne il contenuto: “Bisogna vedere il merito delle scelte che verranno fatte: le esamineremo quando ci sarà”. Ma intanto D’Alema rivendica i risultati dell’ultimo governo Prodi: “I governi di centrosinistra raggiunsero risultati mai toccati nella storia del Paese, riducendo la spesa pubblica al 46 % del Pil. Oggi è al 53 % – ha sottolineato – non è facile raggiungere il record che raggiungemmo noi. Faccio i miei migliori auguri al governo”.

Poi l’ex leader di quelli che furono i democratici di sinistra mette, dal canto suo, una pietra su ogni ipotesi di voto anticipato, paventata, nelle scorse settimane soprattutto da settori del Popolo della libertà: “Non credo sia possibile un voto anticipato  ha spiegato D’Alema – ormai non so più’ di quale anticipo si tratta. Se uno considera le date, si rende conto che si sarebbero dovute sciogliere le camere a giugno per poter anticipare il voto”.

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