Vivace scambio di battute tra il premier Monti e il giornalista del Corriere della Sera Ivo Caizzi nel corso della conferenza stampa dopo l’accordo raggiunto a Bruxelles sullo scudo anti-spread.  Caizzi chiede al presidente del consiglio se l’Italia può definirsi un paese in regola e polemizza con lui a proposito della mancata risposta a dieci domande inviate dallo stesso giornalista. “Da alcuni mesi non riesco ad avere da lei risposte” – si lamenta Caizzi – “Le chiedo, nello spirito sportivo che ha citato prima, se lei un giorno mi risponderà oppure se devo andare avanti con una ricerca individuale”.  Piccata la risposta di Monti. “Lei è il benvenuto a fare qualsiasi ricerca individuale” – replica – “Non ritengo che al di là degli obblighi di trasparenza che io e i membri del mio governo ci siamo imposti, un cittadino italiano, quand’anche giornalista e quindi rappresentante morale dell’opinione pubblica, possa andare da un altro cittadino “x” o “y”, anche se con un ruolo pubblico, e ritenersi in diritto di escutere informazioni particolari“. Il premier poi spiega la difficile situazione economica italiana, ammette l’esistenza della recessione nel nostro Paese. E puntualizza che non spetta a lui stabilire se l’Italia è in regola o meno, ma la decisione è prerogativa della Commissione Europea. Monti lancia anche una frecciata al presidente di Confindustria. “Mi sto imponendo una moderazione interpretativa sul linguaggio del presidente Squinzi” – dichiara – “l’altro giorno lui ha affermato che avrei potuto persuadere la cancelliera Merkel, tanto più che conosco perfettamente il tedesco. Devo purtroppo ricusare quest’unico elogio di Squinzi perchè non conosco il tedesco”. Al termine della sua lunga risposta a Caizzi, Monti si rivolge al giornalista e dice: “Non so se le ho risposto adeguatamente”. Alla reiterata domanda del suo interlocutore (“L’Italia è in regola o no?”), il premier, tra le risate complici della sala stampa, conclude ironicamente: “Beh, allora poi ne parliamo privatamente perchè vedo che il tema fatica un po’ a penetrare”.

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