Tribunali di vicinato, composti da comuni cittadini che potranno condannare hooligan, vandali, rioter e chiunque commetta un crimine contro le proprietà a un risarcimento economico. Funzionano da maggio, nel Regno Unito, le prime street court, le corti di strada. Obiettivo, ridurre l’impatto della criminalità di quartiere su strade, case, beni comuni e arredo urbano. E, perché no, responsabilizzare le gang di giovani che imperversano nelle principali città della Gran Bretagna, soprattutto nelle periferie londinesi, teatro, otto mesi fa, dei più violenti tumulti della recente storia inglese.

Il ministro dell’Interno Theresa May ha voluto questi tribunali di strada con tutta la sua forza. Le prime aree del Regno Unito a sperimentare questa nuova forma di giustizia saranno l’Inghilterra e il Galles. Sì provò anche l’anno scorso, subito dopo quei riot che tanto sconvolsero l’opinione pubblica e che finirono sulle pagine dei giornali di tutto il mondo, ma il tentativo non andò a buon fine. Ora, fra maggio e giugno, verranno avviate quindici assemblee di questa che è già stata chiamata “giustizia fatta in casa”. Nick Herbert, ministro per la Polizia, comunque rassicura: “Non ci saranno ronde di cittadini nelle strade del Regno Unito”.

I criminali, così, se “condannati”, dovranno chiedere scusa alle popolazioni locali. E dovranno risarcirle per eventuali danni subiti. Ma, nel caso neghino di aver commesso un illecito o un crimine, saranno giudicati dai normali tribunali presieduti da magistrati. Steve Hilton, uno dei consiglieri più fidati del primo ministro David Cameron e responsabile per le strategie dei conservatori, è uno dei promotori dell’iniziativa. Ma le associazioni per diritti umani e civili già chiamano questi tribunali di strada “una nuova forma di vigilantismo”. Della quale, sostengono, il Regno Unito non ha assolutamente bisogno.

Sui forum online, le opinioni sono le più diverse. “La polizia una volta aveva il compito di prevenire il crimine – scrive un lettore del Daily Mail su una pagina di pubblica discussione – ora invece si è trasformata in una sorta di corpo di vigili del fuoco. La polizia va sulla scena del delitto solo una volta che tutto è stato compiuto, fa le sue indagini ma non agisce più in anticipo. E ora si vuole dare il compito della prevenzione ai comuni cittadini”. Su altri forum c’è chi si lamenta perché questi nuovi tribunali non potranno mandare in carcere, chi pensa che siano un ostacolo alla vera giustizia e chi ancora è spaventato dai troppi poteri dati a persone non competenti in materia di giurisprudenza. I giudici popolari, tuttavia, saranno scelti dalla polizia e da questa saranno controllati. Il tutto per evitare abusi e decisioni poco ponderate.

Elemento centrale della giustizia di strada, come ha detto anche il ministro Herbert, sarà in pratica l’umiliazione del condannato. Far provare vergogna ai piccoli criminali per quello che hanno fatto, portarli a chiedere pubblicamente scusa e riportare all’equilibrio la pace del quartiere. In particolare, a essere colpiti saranno graffitari, ubriachi del venerdì sera e piccole gang di giovanissimi. E il ministro Herbert ha ammesso: “Se vogliamo riuscire a eliminare alla radice problemi e cause dei riots della scorsa estate, cerchiamo di riappacificare le popolazioni locali e di prevenire quelle che per alcuni sono malefatte ma che per altri sono veri e propri crimini”. Un piano di responsabilizzazione collettiva, quindi, sia per criminali e giovani scalmanati che per cittadini chiamati a emettere sentenze. E a Downing Street, sede del primo ministro, sperano che questa volta le corti di strada funzionino, dopo quei tentativi falliti avviati l’anno scorso a Sheffield, a Norfolk e nel Somerset.

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