Il Comune di Torino ha preso di recente la saggia decisione che negli uffici comunali i condizionatori d’aria si mettano in funzione solo ed esclusivamente se si supera la temperatura di 28°.

Sicuramente la decisione presa dal city manager non è dettata da considerazioni di carattere ambientale, del tutto estranee alla cultura dei nostri amministratori, bensì dalla crisi che incombe da tempo sulla città e che fa sì che si tagli dove si può. Potremmo definirlo un “comportamento forzatamente virtuoso”. Ma resta l’esempio positivo di un’amministrazione controcorrente, nei cui uffici la gente d’estate non sarà costretta a tenere il pullover. Perché ormai in certi uffici, ben lo sappiamo, d’estate tieni il pullover e d’inverno viaggi in maglietta (salvo aprire le finestre, come spesso capita…). Quasi che l’energia elettrica fosse regalata.

Ma se riscaldare d’inverno ha sicuramente un senso, la follia di dotarsi di condizionatori d’estate e, soprattutto, farli andare a manetta è davvero demenziale. Siamo arrivati al punto che si consuma, a causa dei condizionatori, secondo Terna s.p.a., più energia elettrica d’estate che d’inverno, nonostante l’ora solare. Come se, tra l’altro, questo fosse l’unico modo per dare sollievo durante la calura estiva. E i classici ventilatori dove sono finiti? In soffitta?

Eppure un ventilatore consuma 15 volte meno di un condizionatore d’aria: 50 watt all’ora contro 700 watt all’ora di media. Certo, non raffredderà l’aria  come un condizionatore, ma non c’è dubbio che l’ambiente ci guadagni. E non solo. Le malattie da raffreddamento d’estate a causa dei condizionatori sono tutt’altro che infrequenti. Oltre che, se permettete, francamente assurde!

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