A comizio finito, con Berlusconi ancora sul palco a stringere le mani dei giovani adoranti, dagli altoparlanti del Grand Hotel Palazzo della Fonte di Fiuggi Terme viene “sparata” a tutto volume “Torna” di Claudio Villa (quella che fa: “Torna! ‘Sta casa aspetta a te. Torna!  Torna! Torna!… nun ce lassammo cchiù”). L’accorato appello della canzone napoletana è solo l’ultimo regalo dei giovani azzurri per celebrare il ritorno in campo del Caro leader.

Perché quella che ufficialmente avrebbe dovuto essere l’Assemblea nazionale dell’organizzazione giovanile pidiellna si è trasformata nell’apogeo celebrativo della mitopoiesi berlusconiana. Una storia che nessuno da queste parti crede finita. Come ha detto la deputata Annagrazia Calabria, coordinatrice nazionale della Giovane Italia, “tu, presidente, sei il nostro passato ma anche il nostro futuro. Ti vorremmo per sempre. Noi siamo dei tuoi collaboratori”. E lui, gran cabarettista, ammiccando alla platea, fa finta di essere dispiaciuto “per non potervi assumere tutti come collaboratori. Ma assumerò tutte le collaboratrici”. E giù grandi risate. “Ha un chiodo fisso!”, si sente dal pubblico.

La sensazione è che, dopo le dimissioni di Giorgia Meloni dal vertice della Giovane Italia, gli ex Forza Italia abbiano monopolizzato l’adunata dell’organizzazione under35 del partito, tanto che nell’incontro con l’ex premier sono sparite persino le domande di facciata che scandivano le visite del Cav ai raduni di Atreju. Nessun approccio interlocutorio, ai giovani che salgono sul palco viene concesso solo di recitare i discorsi “storici” di Berlusconi, dalla discesa in campo del 94’ all’intervento di Onna del 2009. Poi una stretta di mano del Presidente e si torna in platea, ad ascoltare l’auto-esegesi del leader.

Tempo dieci minuti dalla fine dell’intervento di Berlusconi, che Giancarlo Miele, presidente della Direzione nazionale della Giovane Italia, fedelissimo del Cavaliere,  dichiarava alle agenzie stampa che “dopo l’incontro di oggi con il Presidente Berlusconi emerge ancor più chiaro il segnale di come il Pdl intenda puntare sui giovani”. Insomma la ri-discesa in campo del leader 72enne e del suo stuolo di osannanti “collaboratori” altro non sarebbe che “una nuova pagina che vede le nuove generazioni mettere le loro proposte concrete al servizio della collettività e dei giovani che per la prima volta si affacciano nel mondo della politica”.

Ma non tutti i giovani quadri del Pdl sono entusiasti della mossa dell’ex premier. Anzi. L’imbarazzo tra gli ex An ieri sera era palpabile. “Un discorso surreale”, si sfoga un dirigente molto vicino alla Meloni. “Da non crederci. Cinque giorni fa la direzione del partito ha convocato le primarie del Pdl e oggi lui dice che cambia il nome e si ricandida?”. Lo smarrimento cresce quando le agenzie riportano la reazione supina di Angelino Alfano. “Berlusconi leader dei moderati? Senz’altro ha più voti”.

A tarda sera Marco Perissa, nominato da una settimana presidente nazionale della Giovane Italia al posto dell’ex ministro della Gioventù, convoca una riunione con i fedelissimi per fare il punto della situazione. “Berlusconi sicuramente è un leader carismatico che ancora oggi ha il suo fascino – spiega al Fatto.it – Ma oggi per battere quei loschi figuri di Bersani e Vendola dobbiamo avere il coraggio di tornare al popolo”. Quindi primarie? “Primarie, certo. E preferenze nella nuova legge elettorale. Serve poi un partito strutturato, presente nelle piazze, nei territori. Per fare tutto questo c’è bisogno di un gruppo dirigente rinnovato”. Senza Berlusconi. “Non credo che il conflitto generazionale sia la soluzione di tutti i mali ma una classe dirigente matura deve capire quando è il momento di fare un passo indietro. Perché le nuove idee camminano su nuove gambe”.

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