L’altro ieri, in assenza di partite degli Europei, sono tornato a vedere l’Otto e mezzo di La7 e mi sono imbattuto in una serata interessante, “istruttiva” come si diceva una volta. C’era un solo ospite, insieme con Gruber e Folli, e queste sono le puntate migliori perché, senza battibecchi, senza “io l’ho lasciata parlare, ora lei mi lasci parlare”, viene fuori tutta la personalità dell’intervistato e si capiscono meglio le sue idee. Nel caso, si trattava di Renzi.

E devo dire che, pur non essendo un suo fan, per tre quarti del confronto mi aveva quasi convinto. Certo restavano evidenti alcuni tratti un po’ fastidiosi, del personaggio: la faccia un po’ da schiaffi; la battuta a ogni costo ma non sempre così spiritosa come lui crede; un po’ di “supermanismo” (a Firenze da quando governa lui va tutto a meraviglia); una supponenza tutta fiorentina che gli permette di dare voti e giudizi a tutti (“Bersani è una brava persona” ah! adesso che ce lo ha detto Renzi, siamo tutti più tranquilli); un egocentrismo che non riesce controllare (ogni volta che propone un esempio, per ragionare in generale, il protagonista – guarda caso – si chiama Matteo). Ma a parte questo, nella sostanza c’erano cose interessanti e condivisibili: quelle sul partito, sulle primarie, sul suo moderatismo che non gli ha impedito di avere più preferenze proprio nelle zone più “rosse” di Firenze (cosa sorprendente, confermata anche da Folli), soprattutto quelle su un vero piano di investimenti per la modernizzazione del paese che dovrebbe partire dagli asili nido.

Poi arriva una buccia di banana. Si parla di Europa e, preso dalla smania di cambiare tutto, il nostro ci dice che non si può andare avanti così con un’Unione europea che ha scelto un presidente così dappoco, rinunciando a Tony Blair. E qui mi son cadute le braccia. O Matteo! Mi avevi quasi convinto e poi mi scivoli così, proprio come un D’Alema qualsiasi. Proprio tu che rappresenti il nuovo, tu che vuoi rottamare i vecchi marpioni, mi candidi al vertice dell’Europa questa quintessenza del marpionismo, uno che se ne sta con un piede dentro e l’altro ben piantato fuori dall’Europa, sedicente laburista ma assiduo frequentatore dei migliori ambienti della destra europea, uno che ha infinocchiato mezzo mondo (compreso Clinton, come racconta un bel film trasmesso qualche mese fa da Sky), uno che faceva politica quando alla Fiorentina c’era Trapattoni e Matteo Renzi era all’università.

Proprio vero che questi dibattiti uno a uno funzionano, che alla fine ti dicono tutto del personaggio, tutta l’intelligenza che esibisce ma anche tutte le sciocchezze di cui è capace.

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