Sono circa le 11 della sera quando le agenzie battono la notizia che l’ex rais Hosni Mubarak è clinicamente morto. La notizia appare immediatamente su tutti i quotidiani egiziani e internazionali ma meno di un’ora dopo un membro del consiglio militare,Mamdoh Shaheen, in una dichiarazione alla CNN smentisce tutto affermando che l’ex rais è in condizioni critiche dopo l’ennesimo attacco cardiaco, informazioni poi confermate anche dai legali di Mubarak. Le parole del generale Shaheen danno inizio a un vortice di notizie ufficiose, difficili da decifrare e verificare. “Mubarak ha perso conoscenza”, titolava il giornale di governo Al-Ahram nella sua versione online citando fonti militari, mentre il quotidiano indipendente Al Masry al Youm cercava faticosamente di ricostruire la vicenda in un puzzle di dichiarazioni e agenzie contraddittorie.

Intanto, nella ormai storica piazza Tahrir al Cairo, dove era in corso una manifestazione contro la dichiarazione costituzionale approvata dal Consiglio Militare Supremo, le notizie sullo stato di salute dell’ex rais cominciavano a circolare tra i manifestanti.

“Non sono convinto, non è la prima volta che ci arrivano voci sulla morte di Mubarak e stranamente arrivano sempre in momenti di tensione per il Paese – racconta Mohammad operaio di 40 anni – ora che i militari stanno tentando un colpo di stato è l’occasione ideale per distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dalla piazza”. Per Emad, studente di informatica, la morte del rais è invece una notizia irrilevante visto le ultime vicende politiche: “Che differenza fa se è vivo o morto? Il suo sistema è ancora radicato nel Paese – commenta – sino a quando il consiglio militare non se ne andrà per noi sarà sempre la stessa cosa. E purtroppo per come stanno le cose ora, con un presidente che non avrà poteri, la nostra strada per la democrazia è ancora lunga”.

 Indiscrezioni sulla morte dell’ex rais erano già circolate nelle scorse settimane all’indomani della sentenza che condannava Mubarak all’ergastolo, informazioni poi smentite dai suoi legali che parlavano dell’ex rais in condizioni critiche dopo un attacco cardiaco. Il copione sembra dunque ripetersi rendendo l’opinione pubblica sempre più scettica.

“Mi aspettavo una smentita e infatti è arrivata – spiega Fatima, studentessa, anche lei ieri in piazza – le versioni sulle condizioni di salute di Mubarak sono sempre state ambigue anche quando era presidente, credo che ora ci stiano facendo credere che sia in fin di vita per giustificare la sua uscita dal carcere e farlo tornare in clinica come prima della sentenza”.

Il mistero resta però anche sul trasferimento dell’ex rais all’ospedale militare di Maadi al Cairo, cosa inizialmente affermata dalle agenzie. Infatti, mentre il network Al-Arabiya affermava in serata che la ex first lady Suzanne Mubarak era già in clinica accanto al marito, Al Jazeera Mubashir annullava la diretta poiché non c’era certezza che l’ex dittatore fosse realmente all’interno dell’ospedale. Se della morte di Mubarak non c’è conferma, sembra invece paradossalmente certo come si svolgeranno i suoi funerali. Secondo una fonte ufficiale citata da Al Ahram la cerimonia, a cui potranno partecipare grazie a un permesso ufficiale i due figli detenuti, sarà in una moschea nel quartiere Heliopolis al Cairo vicino al cimitero dove si trova la tomba di famiglia dell’ex rais. Inoltre, sempre secondo quanto affermato da Al Ahram, l’eventuale morte di Mubarak potrebbe ritardare l’annuncio dei risultati del ballottaggio presidenziale previsti per domani.

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