Ai fantasmi di Fossoli, che poi non erano tanto fantasmi, ma persone in carne e ossa sono cadute le baracche. Ancora una volta.

Il campo di Fossoli, vicino Carpi, è l’ex campo di concentramento da dove Primo Levi partì per Auschwitz. Da dove migliaia di persone partirono anch’esse per i campi nazisti, molte delle quali non tornando mai più. Il terremoto, o meglio, i terremoti di queste settimane non hanno risparmiato le baracche del campo che è stato chiuso alle visite a tempo indeterminato per numerosi crolli. Ora il silenzio, l’oblio, potrebbe fare più danni del terremoto stesso.

È un patrimonio culturale importante, non solo per la bassa modenese o per l’Italia, ma per il mondo intero. Di fronte ai morti nei capannoni, alle tendopoli e al dramma personale di migliaia di persone colpite nel profondo in questi giorni può sembrare l’ultima cosa a cui pensare, il campo di Fossoli. Eppure non è così, e passata l’emergenza (passerà mai? sprizziamo ottimismo emiliano, ma sappiamo bene che sarà durissima, siamo pur sempre in Italia…) dovremo pensare anche ai fantasmi di Fossoli. Fantasmi che ci ricordano come gli orrori dell’uomo siano sempre in agguato, proprio lì, dietro l’angolo.

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