Sì all’arresto di Luigi Lusi, l’ex tesoriere della Margherita accusato di appropriazione indebita dalla Procura di Roma nell’inchiesta sulla gestione dei fondi del partito. Lo ha deciso la giunta delle autorizzazioni del Senato. La decisione finale spetta all’aula, ma la data della seduta non è ancora stata fissata. Lo ha comunicato al termine della riunione il presidente Marco Follini, precisando che solo quattro voti sono risultati a favore della relazione del relatore Ferruccio Saro (Pdl), contrario all’arresto, 13 i voti contro. Sono stati quindi rispettati i pronostici della vigilia. In giunta, infatti, sono presenti 8 membri del Pd, 6 del Pdl, due della Lega e uno di Idv, Api e Udc. Solo i rappresentanti del Pdl hanno votato contro l’arresto del senatore ex Pd, attualmente nel Gruppo misto. Favorevoli tutti gli altri, compresa la Lega. Due senatori (i pidiellini Balboni e Mugnai) non hanno partecipato al voto. Il Pdl ha annunciato la “libertà di coscienza” per il voto in aula. 

”Era un esito atteso”, ha commentato Lusi. “Non mi aspettavo che la Giunta votasse contro l’arresto”. Alla domanda se interverrà in aula, Lusi ha risposto: “Certo, se non intervenissi sarei un incosciente”. Il relatore Saro ha smentito di aver evocato nella sua relazione (che non è pubblica) il fumus persecutionis: “La mia relazione era basata sul fatto che ormai non c’è più pericolo di reiterazione del reato, di fuga e di inquinamento delle prove”. 

Lusi è reo confesso: ha ammesso davanti ai magistrati di Roma di aver utilizzato fondi del partito per milioni di euro perché, ha spiegato, “ne avevo bisogno”. La seduta della giunta si è svolta a porte chiuse, ma a quanto emerge il relatore Saro ha basato il suo no alla richiesta di arresto anche sul fatto che il Senato va preservato nella sua “integrità“, nel suo “plenum”, e che dunque l’arresto andrebbe concesso soltanto in presenza di reati “gravi”, per esempio per fatti di sangue. 

Il tentativo di salvataggio, però, appare acrobatico. “L’argomento dell’integrità del Senato è contrario alla Costituzione”, afferma a ilfattoquotidiano.it il rappresentante del Pd in giunta – ed ex magistrato – Felice Casson, “che all’articolo 68 ammette chiaramente l’arresto di un parlamentare, sia pure con determinate garanzie. Inoltre le sentenze della Corte costituzionale dicono che il ‘fumus persecutionis’ è l’unico argomento che può essere opposto dal Parlamento, invece Saro l’ha escluso. Infine, non ha senso che in Giunta si discuta sul pericolo di fuga o di reiterazione del reato, perché questa è materia dei giudici dentro il procedimento penale”. Casson propone dunque che il meccanismo della giunta per le autorizzazioni venga cancellato, e che le richieste di provvedimenti contro i parlamentari siano valutati “da un organismo esterno e terzo, per esempio un’alta corte di giustizia o una sezione della Corte costituzionale”. 

“C’è stata una larga maggioranza per concedere l’autorizzazione, sarò io relatore in aula e porterò questa proposta”, ha spiegato il presidente della giunta Follini. Sul voto segreto in aula, quando il Senato dirà la parola definitiva sull’arresto di Luigi Lusi, il relatore ha affermato: “Io ho chiesto il voto segreto per Sergio De Gregorio (salvato con il voto segreto da una richiesta d’arresto della Procura di Napoli per il caso Lavitola-L’Avanti, ndr), in questo caso saranno altri a farlo”. 

Quanto alla data della votazione, Follini ha spiegato che i tempi “saranno decisi dalla conferenza dei capigruppo, ma per quanto mi riguarda si può fare al più presto, anche oggi stesso”. I vertici del gruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri e Gaetano Quaglieriello, annunciano che “in aula indicheremo ai senatori del Pdl di esprimere il proprio voto in base alla libera coscienza personale”.

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