Prima di tutto i pezzi del gioco. Avete le due più importanti Autorità del Paese, quella per le Comunicazioni e quella per la Privacy. E il Consiglio di Presidenza della Giustizia amministrativa. Avete i tre partiti uniti che formano la “maggioranza” (Pdl, Pd, Udc) e avete la Lega, che fa opposizione a tutto, ma attenti, la Lega è sempre, nella cultura vigente, “partito di governo”.
Accade che ciascuna delle due Autorità abbia due membri da rinnovare (uno o una di essi potrebbe diventarne il presidente) e che tocchi al Parlamento anche di eleggere un membro del Consiglio di Presidenza della Giustizia amministrativa. Chi saranno gli eletti? Voi direte: fuori i documenti, vediamo i curricula. Per un momento c’è stato chi, dentro il Pd, ci ha creduto. Arrivavano i curricula. Ma subito si è sentito dire, “si sono già messi d’accordo”. Tra chi? Tra loro. Loro chi? Loro sono l’Italia del momento, che sta inviando un triste addio.

L’accordo è infatti scattato fra Pdl, Pd, Udc e Lega Nord, ovvero il cuore del Paese in uscita. Sono stati eletti un ingegnere elettronico indicato come “vicino a D’Alema, “un bravo dermatologo che è stato capogruppo Pd alla Camera, il numero uno del Pdl campano (ma è un esperto perché viene da Publitalia), la moglie di Bruno Vespa (come ci sarà capitata? Forse era in visita), una signora della Lega Nord che credo rappresenti la “fase due” di Maroni, un funzionario della Camera garantito dall’Udc, il capo di gabinetto di Tajani, una brava giurista e un professore associato (ma anche figlio di ex ministro) di cui sappiamo che è di Palermo. Il pacco dei curricula è rimasto nella sala in cui avrebbe dovuto avere luogo il dibattito del Pd (chiesto da Zaccaria, da Vincenzo Vita, da Arturo Parisi, da Salvatore Vassallo), che non c’è stato.

Tra i 150 e 200 deputati, alla Camera hanno deposto scheda bianca in ciascuna votazione. L’apparenza era di concordia, ma impossibile non pensare alla nave dell’Isola del Giglio. Si erano già messi d’accordo tra loro, hanno detto. Al momento del voto i cittadini domanderanno: loro chi? La risposta sarà: gente molto vicina al comandante Schettino.

TRUMP POWER

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