Soggetti protagonisti: due società pubbliche, delle aziende private e un misterioso estensore del bando di gara. Al centro ci sono i soldi, come sempre, e delle strane coincidenze. Che (alla fine) tanto strane non sono. Tutto parte dal 19 aprile di quest’anno quando la Amet di Trani, municipalizzata dedita alla distribuzione di energia elettrica, lancia una gara d’appalto per la realizzazione di sistemi software a supporto della loro attività. Passano poco più di quindici giorni e a 911 chilometri di distanza, esattamente a Bolgano, l’alter ego locale della Amet, la Sel, ha la stessa esigenza della società pugliese. Anche la Sel lancia un bando di gara. Per i primi parliamo di 370 mila euro, per i secondi di 725 mila. Il totale supera di poco il milione. IL

Caso ha voluto che due aziende così lontane, con esigenze simili ma non identiche, con un’utenza differente, lanciassero due bandi grosso modo identici. Alcuni passaggi lo sono, nei tempi, nei termini, nella costruzione. Leggiamo e riportiamo: “L’anagrafica POD deve includere le informazioni di ubicazione della fornitura, le informazioni tecniche (potenziale disponibile, potenziale contrattuale, potenza massima, tecnologia di misura) e deve garantire anche l’accesso diretto alle specifiche forme di gestione dei dati”. Attenzione, queste righe non sono una formula necessaria, standard per ogni capitolato. In teoria, il bando dovrebbe essere pensato dal committente a seconda delle specificità da richiedere al fornitore. Altra stranezza: la modalità di attribuzione dei punteggi. In tutti è due i casi viene privilegiata la parte tecnica (il 70 per cento) rispetto a quella economica (il restante 30). Tradotto: vince chi garantisce il miglior prodotto a discapito dei costi, anche se quest’ultimi sono fuori mercato. Di regola la percentuale è 60 “tecnica”, 40 “prezzo”, o addirittura un salomonico 50 e 50.

Ultimo passaggio: i bandi vengono pubblicati sulla Gazzetta ufficiale. È qui che le varie aziende si informano su cosa avviene in giro, su cosa è fattibile per il loro know how e su cosa no. E qui viene svelato il mistero delle presunte coincidenze. Nel capitolato di gara, scaricato dal sito di Amet, è possibile leggere le proprietà del documento, tra queste il nome dell’autore, anzi autrice: Eleonora Campi. Esperta nel campo del software. Iper esperta. Così preparata da ricoprire il ruolo di Product Manager per una società denominata Terranova. Quest’ultima si presenta così sul sito dedicato: “Terranova affianca il cliente con il proprio know how creando rapporti di partnership per condividere un percorso comune, e propone costantemente soluzioni all’avanguardia”. Ed è esattamente quello che è avvenuto, fedeli alla loro missione: hanno affiancato la Amet (e magari “ispirato” anche la Sel) fino a scrivere un capitolato al quale hanno partecipato. Per realizzarlo gli hanno assegnato una delle loro figure di punta, la Campi, l’unica a conoscere a fondo le peculiarità dell’azienda per la quale lavora. Guarda un po’. Quindi, chi è in pole per aggiudicarsi le due gare, una a Trani e l’altra a Bolzano?

il Fatto Quotidiano, 6 Giugno 2012

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