“La prima persona che ho contattato è stata Francesco Guccini. Mi ha detto subito di sì. Allora ho pensato: il concerto si fa”. E’ Beppe Carletti, leader dei Nomadi, a raccontare con entusiasmo quello che, per una ragione disgraziata e inaspettata come il terremoto, diventerà un evento unico e probabilmente irripetibile. Si chiama Concerto per l’Emilia, l’happening musicale che il 25 giugno prossimo si terrà allo stadio Dall’Ara di Bologna, dalle 21.15 a mezzanotte, e che porterà sul palco, con fini assolutamente umanitari devolvendo completamente incassi e diritti Siae alle popolazioni che hanno subito il sisma del 20 e del 29 maggio 2012, il mainstream della musica emiliana: Guccini, appunto, e poi Ligabue, Laura Pausini, i Nomadi, Zucchero, Cesare Cremonini, Nek, gli Stadio, Samuele Bersani, Andrea Mingardi, i Modena City Ramblers insieme a l’ex leader Cisco, Paolo Belli, il flautista Andrea Griminelli e il ritorno unplugged di Caterina Caselli.

“Sono solo artisti emiliani. Per quelli internazionali ci sarà un’altra occasione il 16 settembre al Campovolo di Reggio Emilia”, spiega Carletti ad un’affollata conferenza di presentazione dell’evento, “La musica servirà per sensibilizzare le persone a fare beneficenza e allo stesso tempo risollevare lo stato d’animo di chi in questo momento si ritrova senza più casa e lavoro per via del terremoto”. Il leader dei Nomadi spiega nel dettaglio i particolari del “live”: “Ogni cantante eseguirà due brani. Ligabue e Cremonini hanno già confermato che il loro sarà un set acustico. Poi prevediamo qualche duetto”. Inutile dire che per i più giovani Cisco che torna con i Modena non è proprio una cosa da poco, ma se si pensa che probabilmente ci sarà qualche nota suonata insieme tra Guccini e i Nomadi l’evento assume toni musicalmente storici.

Trenta euro a biglietto, già da oggi disponibili sul circuito Ticketone senza, assicurano gli organizzatori, diritti di prevendita. Il contributo gratuito di decine di tecnici e il regolare pagamento di decine di allestitori: “Senza dimenticare che noi emiliani sul palco essendo tutti cantautori”, ricorda Samuele Bersani, “quando sul borderò segneremo quella parte di diritti Siae che va agli autori, cioè a noi, faremo in modo di dimostrare limpidamente che anche quegli euro verranno girati ai terremotati”.

L’incasso previsto è di 800mila euro per una capienza che lo stesso presidente del Bologna Fc, Albano Guaraldi, stima attorno alle 38-40mila unità: “Bologna può essere raggiunta da tutta Italia”, continua Carletti, “e per chi non riuscirà a venire la Rai seguirà in diretta l’evento segnalando che ogni spettatore potrà fare la sua parte da casa versando due euro al 45500”.

L’iniziativa coglie il plauso del governatore Errani (“Lo facciamo perché non vogliamo che tra qualche giorno si spengano i riflettori sulla nostra gente che ha subito danni inenarrabili col terremoto”), del capo della protezione civile Gabrielli (“Da appassionato di musica italiana non posso che essere felice soprattutto per la totale disponibilità e solidarietà di questi artisti”), con un rilancio del guascone Mingardi: “Potremmo diventare una sorta di pronto soccorso permanente con la nostra musica. Per questo spero che qualcuno a Zocca ci ripensi. Se con la nazionale di calcio dei cantanti non fossimo andati in campo 80milioni di euro in vent’anni di solidarietà non li avremmo mai potuti raccogliere”.

Così l’assenza di Vasco Rossi rientra senza troppo clamore nella sala zeppa di convenuti, a dire il vero un po’ dispiaciuti della sua defezione e ancora di più per le dure parole usate contro la forma “concerto” per fare solidarietà ai terremotati (“Rispetto chi lo fa con sincerità, ma la beneficenza si fa tirando fuori i soldi dal portafoglio senza pubblicità”). Magari se non proprio per cantare, il Blasco potrebbe apparire con la proiezione di un clippino di saluto: “La Rai ha vietato il clippino”, spiega Carletti, “se Vasco vuole venire anche solo per salutare dal palco per noi sarebbe bellissimo. Mettiamola così: ognuno usa la propria testa. Più di questo non dico”.

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