Ancora una volta una stangata si abbatterà sulle giovani coppie. Non basta che il lavoro sia precario e che i mutui siano concessi difficilmente, perché per quelli che si ritenevano fortunati di essere riusciti ad acquistare la casa nell’anno nero della crisi, è arrivata la mazzata dell’Imu.

Il sorriso si è spento quando hanno scoperto che se anche la casa che hanno comprato con fatica è l’unica di cui sono proprietari, per un periodo lo Stato la considera come la loro seconda casa. Coloro che hanno acquistato nel 2012, proprio nell’anno della reintroduzione dell’Imu, finiranno per pagare un’imposta più cara di quanto non sia quella dei loro genitori, anche se l’abitazione che si sono potuti permettere è grande la metà.

E’ il caso di Francesca di Monza, che ha preso casa con il fidanzato in un piccolo comune dell’hinterland milanese. Cinquantacinque metri quadri in tutto, con box e cantina e un valore catastale sui 400 euro. Rogito a marzo e residenza spostata a maggio, giusto il tempo di sistemare la casa e allacciare gli impianti. Oggi i due «sposini» hanno scoperto che per quei tre mesi in cui abitavano ancora a casa dei genitori, la rata dell’Imu si alza di oltre il doppio. Avrebbero pagato, come famiglia, 90 euro in tutto se avessero spostato la residenza il giorno stesso del rogito (sempre che fosse stato possibile), ma così il balzello da versare il 16 giugno diventa di 200 euro. Un’assurdità se si pensa che i genitori che hanno un trilocale di 90 metri quadri a Milano con box e una rendita più alta e non hanno, come loro, figli a carico pagano meno di 180 euro.

La prima rata della giovane coppia sarà di 150 euro, quella dei loro genitori solo 90. E il nonno batte tutta la famiglia: per la sua casa ex popolare che si affaccia sul viale Monza a Milano non verserà che 20 euro in tutto. Assurdo se si pensa che per godere delle agevolazioni della prima casa si può spostare la residenza entro l’anno e per l’allacciamento degli impianti si ha tempo cinque mesi.

Per l’Imu invece non sono considerati i tempi tecnici che seguono l’acquisto di una casa: la ristrutturazione, l’allacciamento degli impianti, l’arredo e il trasloco. Chi è ancora in tempo è avvisato: la priorità oggi è diventata cambiare la residenza al volo se non si vuole subire il salasso di pagare l’Imu come seconda casa pur avendone di fatto una sola. Era così anche con l’Ici, ma con la differenza che per una casa di cento metri quadri con due box vicino a Monza, se si spostava la residenza dopo due mesi si versavano 45 euro.

«Non è questo il modo di tutelare i nostri figli che vogliono creare una famiglia, così non aiutiamo di certo le giovani coppie ma le prendiamo a bastonate – ha spiegato Stefano Carugo, consigliere regionale lombardo del Pdl – Interesserò il vicepresidente della Camera Maurizio Lupi per chiedere che il Governo intervenga a risolvere quella che è un’assurdità: deve essere introdotto un correttivo per risolvere questa anomalia».

Dagli studi commercialisti e dai Comuni quello che i giovani si sono sentiti rispondere è sempre la stessa cosa: «Iniziate a pagare, poi si vedrà se verranno introdotti correttivi». Nel 2011 le transazioni immobiliari residenziali in Italia sono state 598.224, di cui il 78% per la prima casa e nel 2012 la flessione in negativo ha toccato il 2,2%. In molti, quindi, si troverebbero per un periodo a pagare la loro prima abitazione come seconda casa.

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