Un pride spogliato dei caratteristici carri allegorici e sfolgoranti, i cui fondi verranno devoluti alla popolazione colpita dal sisma, ma non delle rivendicazioni. L’orgoglio della solidarietà: ridotto nella forma, ma non nella sostanza, il Gay Pride 2012, si terrà comunque proprio per rimarcare “quei valori di solidarietà che caratterizzano il movimento”. Un sostegno inteso nel suo senso più ampio quello che verrà rivendicato il 9 giugno per le strade di Bologna, capoluogo di una regione colpita al cuore da un terremoto che la sta mettendo a dura prova. “Siamo parte di un territorio e di una comunità nonostante la politica continui a volercene separare – spiega Porpora Marcasciano, leader del MIT bolognese (Movimento identità transessuale) –, e quindi raccogliamo e facciamo nostro il dramma che sta avvenendo tutto attorno a Bologna”.

Il movimento LGBT si è adeguato dunque, “senza rinunciare a quello che è un momento di politica alta”. Partecipazione e impegno per porre rimedio alla sofferenza altrui: questa la risposta al dubbio posto la settimana scorsa dal vice-presidente del Partito democratico, Ivan Scalfarotto, che aveva definito una scelta di “buon senso” annullare la sfilata nazionale. “Abbiamo voluto confermarlo a Bologna, proprio per dare un segnale di riscossa e l’orgoglio della nostra terra”, ha detto invece Matteo Lepore, assessore al Coordinamento degli eventi cittadini del comune di Bologna. Il pride seguirà il percorso del primo corteo bolognese, quello del 1995, confluendo però per la prima volta in piazza Maggiore, dove sono previsti interventi e musica dal vivo.

Abbassa il volume, ma non le rivendicazioni di identità, il “Bologna Pride 2012 per l’Emilia”: sempre durante il percorso, al posto della musica amplificata, si esibiranno infatti orchestre cittadine guidate dalla Banda Roncati, che festeggerà il suo ventesimo anno facendo da colonna sonora a quella “mobilitazione che diventa macchina di solidarietà a sostegno delle popolazioni emiliane”, suonando le musiche della tradizione operaia e contadina.

Sempre a sostegno delle popolazioni della Bassa, svariate iniziative: un mercato di prodotti agroalimentari delle aziende di due dei comuni maggiormente colpiti dalle scosse, Cerutti di Bondeno e Casumaro di Cavezzo, saranno la mattina in piazza Nettuno. Tra i prodotti in vendita ci saranno oltre 600 chili di Parmigiano reggiano. A Porta Saragozza invece, storica sede del circolo Arcigay il Cassero e luogo di partenza del corteo, ci saranno i banchetti dei circoli Arci emiliani impegnati nel fund-raising pro terremotati. Per questo il Bologna Pride ha messo a disposizione un conto corrente nazionale attivato da Arci: c/c 145350, iban: IT 39 V 05018 03200 000000145350. Una scelta che sta già iniziando ad avere seguito: il Pride di Torino si sta infatti organizzando per fare lo stesso.

Non mancherà il sostegno del web: il portale Gay.it terrà un’asta che metterà in vendita 10 biglietti “vip” del concerto di Madonna del prossimo 16 giugno, i cui proventi verranno devoluti alla ricostruzione. Per finire, il party di finanziamento al Parco Nord, che metterà a disposizione gli utili restanti dalla copertura delle spese.

“Le persone che verranno a Bologna – ha aggiunto l’assessore Lepore – vedranno una città accogliente e che si rimbocca le maniche”. Centinaia di migliaia i partecipanti attesi, nonostante il momento difficile, o forse proprio per questo, spiegano gli organizzatori. “Avevamo anche preso contatto con i circoli Arci dei comuni del sisma, per informarsi in merito a un’eventuale partecipazione della comunità LGBT presente in quelle zone”, racconta Emiliano Zaino, presidente del Comitato organizzatore.

Saranno molti gli esponenti della lotta per i diritti degli omosessuali, a partire da Ivan Zamùdio, padre di Daniel, il ventiquattrenne cileno ucciso dai naziskin lo scorso marzo a Santiago, il cui caso ha portato a una legge contro l’omofobia. “Una legge di cui si sente il bisogno anche qui”, spiega Serena Donà, presidente di Arcilesbica.

 
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