Una bomba nel cortile di una scuola. Ordigno innocuo perché senza innesco. A prescindere dalla potenza di fuoco, però, resta il gesto inquietante, specie in considerazione del luogo scelto. E’ successo ieri, a Ostuni, a pochi chilometri di distanza da Brindisi, dove il 19 maggio davanti all’istituto Morvillo Falcone è stato l’inferno. E’ morta Melissa Bassi, altre studentesse sono rimaste ferite, gli inquirenti tutt’ora indagano per risalire a chi ha potuto compiere un attentato così sanguinoso.

Le piste sono sempre le stesse: criminalità organizzata, terrorismo anarchico o il gesto isolato di uno squilibrato. Gli stessi inquirenti, tuttavia, non collegano la bomba di Brindisi a quanto successo nel fine settimana a Ostuni. Per chi indaga, infatti, la prima ipotesi è quella di una bravata. Un bravata terribile, ma comunque una bravata. Su questo le forze dell’ordine hanno pochi dubbi. Lo hanno compreso ieri all’ora di pranzo, ovvero quando i vigili del fuoco, gli artificieri e i carabinieri, dopo aver ricevuto una segnalazione, sono arrivati nel cortile dell’istituto tecnico industriale Pantanelli, ubicato nella periferia della cosiddetta Città Bianca, sulla strada per Cisternino, in una zona nevralgica per il turismo pugliese. 

A poca distanza dal gabbiotto che ospita l’impianto del gas in dotazione alla scuola c’era un batteria d’auto: al suo interno un liquido verde e dei fili. Come una bomba, quindi, ma senza un innesco che, se ci fosse stato, avrebbe potuto provocare un’esplosione molto violenta. Dopo i primi accertamenti, comunque, è stato appurato che all’interno della batteria non c’era alcuna sostanza pericolosa: forse acqua o, ipotesi più probabile, fertilizzante. Il liquido sarà comunque analizzato. L’idea di fondo è che si tratti dell’opera di qualche balordo, ma, considerato il momento contingente e la tensione per l’attentato del 19 maggio a Brindisi, non viene scartata alcuna ipotesi. In tal senso, è emblematico il massimo riserbo tenuto dagli inquirenti sull’episodio. 

La presenza dell’oggetto nel cortile dell’istituto scolastico, inoltre, ha creato momenti di panico nella zona, dove gli abitanti hanno rivissuto l’incubo del Morvillo Falcone. In tal senso, la Dda di Lecce è in attesa degli accertamenti tecnici sui resti dell’ordigno che ha causato la morte di Melissa Bassi: particolari che potrebbero essere fondamentali per il prosieguo di un’indagine che continua a essere molto difficile. Oggi, inoltre, a Brindisi è presente il ministro per la cooperazione Sociale e l’Integrazione, Andrea Riccardi, che parteciperà all’assemblea nell’Istituto Tecnico industriale “Giorgi” con i rappresentanti degli studenti di tutte le scuole scuole superiori della città. In apertura d’assemblea, il sindaco di Brindisi Mimmo Consales ha confermato l’intenzione che il 19 maggio di ogni anno, data della strage all’istituto ‘Morvillo Falcone’, diventi giornata della memoria per Brindisi ed il ministro ha confermato l’impegno a questa istituzione “sia o non sia in carica questo governo”. 

“Sono venuto qui per dire che una volta che si sono spente le luci noi non dimentichiamo – ha detto Andrea Riccardi – Non ho lezioni da dare, sono qui per incontrare e l’incontro è un atto dovuto e doveroso di rispetto e di vicinanza da parte mia personale e del governo”. Il ministro per la Cooperazione internazionale e per la gioventù, inoltre, ha incontrato nell’ospedale Perrino alcune delle ragazze ferite nell’attentato del 19 maggio scorso e i loro genitori. Dopo la visita nell’ospedale, il ministro si è spostato a Mesagne per incontrare in forma privata i genitori di Melissa Bassi, la studentessa uccisa nell’attentato.

 

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