Il 30 maggio 2011 Giuliano Pisapia usciva vincitore dal secondo turno elettorale contro Mestizia Moratti e Milano respirava aria di cambiamento. In campo culturale emergeva la richiesta diffusa d’un grande evento che affiancasse la Milanesiana di Elisabetta Sgarbi, troppo legata al ruolo di editor Bompiani e alla promozione dei suoi autori. A un anno dalla storica vittoria “il grande evento culturale” non è stato creato, mentre la Milanesiana scalda i motori per la 13esima edizione dedicata al tema del rapporto tra imperfezione e perfezione. Sarebbe meglio dire che lucida la vetrina per i molti “bompianisti” invitati e remunerati con gettone di presenza. Uno sforzo che costa 750mila euro, di cui oltre 200mila provenienti dal pubblico, per venti giorni di incontri, spettacoli e concerti, dal 30 giugno al 17 luglio. Quasi tutti gratuiti (tranne Battiato e Deproducers). Tra i partner pubblici il comune di Milano e altre istituzioni (Regione, Provincia, Commissione Europea). Tra i privati, cioè tra gli sponsor, non mancano società a partecipazione statale come Milano-Serravalle e Metropolitana Milanese.

Va detto che l’assessore alla cultura Stefano Boeri ha disertato martedì la presentazione del festival al teatro Dal Verme ma solo perché il treno su cui stava viaggiando era fermo causa terremoto. Ha pure tentato di tenere un discorso al telefono ma la tecnica ha congiurato con la natura. Il numero di autori Bompiani in cartellone, a vario titolo, è davvero preponderante. Da Umberto Eco – che riceverà il premio Montblanc Milanesiana – a Michael Cunningham, passando per Patrick McGrath, Edoardo Nesi, Petros Markaris, Maurizio Ferraris, Pino Roveredo. Anche per quanto riguarda il cinema – passione della Sgarbi e terreno di contaminazione prediletto – spicca Carlo Verdone, di recente approdato in libreria con La casa sopra i portici. Naturalmente edito da Bompiani. E Nicholas Ray (Sono stato interrotto, Bompiani, ovvio, libro più dvd). Al regista di Gioventù bruciata viene dato spazio anche in una mostra nell’ambito della propaggine torinese del festival. Sotto la Mole “interviene” Alain Elkann che da poco ha dato alle stampe Spicchi d’arancia. Indovinate un po’ chi l’ha pubblicato.

Poteva mancare Vittorio Sgarbi? Il quale oltre a essere autore Bompiani è fratello della ideatrice del festival. E l’attrice Sabrina Colle, sua storica fidanzata ? Davvero Milano non riesce a andare oltre una pur qualificata vetrina a vantaggio d’un editore e d’un editor? La Sgarbi in conferenza stampa – dove è stata distribuita una cartella informativa per i giornalisti contenente anche un suo ritratto fotografico – ha rivendicato lo sforzo profuso in un momento di crisi. Per tenere alto il livello del cartellone. Dagli sponsor pubblici il gettito a favore del festival è difatti diminuito di 100mila euro. Ma quel che resta del sostegno contribuisce a finanziare una grossa fetta della manifestazione, poco meno di un terzo. Soldi che vengono dalle tasche del contribuente e finiscono in parte in quelle di autori Bompiani.

Quando si sperava che a Milano le stagnanti acque della culturali fossero smosse dalla vittoria della sinistra – teoricamente più attenta alla cultura, secondo un luogo comune facile da smentire –, ad animare l’estate milanese c’era anche Officina Italia. Un festival dove gli scrittori leggevano i propri inediti e che da quest’anno non si tiene più. Nel frattempo la capitale editoriale italiana avrebbe dovuto partorire qualche manifestazione per rilanciarsi. Per dimostrare che dei libri non possiede solo il primato produttivo. Al momento il panorama qui non riesce ad aprirsi oltre il viso perennemente giovane di Elisabetta Sgarbi. Teniamocela stretta, perché il convento non passa nient’altro. Infine, e a proposito di milanesità: l’inaugurazione della Milanesiana si terrà a Bergamo, al centro ricerche di Italcementi (I.Lab Kilometro Rosso), sponsor della manifestazione.

Il Fatto Quotidiano, 30 Maggio 2012

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