L’orologio del campanile è fermo alle 9,02 e si affaccia su una città fantasma. Un centro storico, quello di Crevalcore, silenzioso, dove le macerie hanno coperto le strade. In questo paese di 13 mila abitanti in provincia di Bologna il terremoto si è fatto sentire con forza. E il prefetto ha ordinato l’evacuazione di circa 2 mila persone: tutto il centro storico.

A metà pomeriggio alcune decine i feriti e una signora anziana è ancora dispersa. Il sindaco Claudio Broglia, che ha fatto chiudere tutte le scuole dopo le nuove scosse di terremoto, sta cercando in ogni modo di trovare un luogo per la notte per le numerose persone evacuate. Il centro storico è del tutto inagibile. Carabinieri e Vigili del fuoco stazionano su ogni porta che circonda la città, impedendo l’accesso a chiunque. Solo i residenti possono chiedere l’autorizzazione, ma esclusivamente per il recupero di medicinali e salvavita. Si entra a grappoli in città, con il caschetto in testa di sicurezza.

Subito dopo la prima scossa delle nove di mattina il centro storico è stato evacuato. La zona rossa è ora una ferita aperta nel centro del paese. Muri crepati, macerie e un silenzio anomalo. Il teatro comunale, storico gioiello della città, è esternamente lesionato. Al di fuori del centro, invece, i prati e i giardini sono presi d’assalto da anziani, donne e bambini. 

Intanto nella palestra comunale si stanno allestendo i posti letto per la notte, fin ad ora sono 100 i posti disponibili. E la città è in attesa anche dell’arrivo di due treni da 450 posti l’uno con vagoni cuccette, che possano ospitare per la notte gli sfollati. Sono circa 1200 in tutto. Alcuni hanno preso il possibile e andranno a dormire da parenti.

Davanti a Porta Modena, la porta principale del paese, i vigili del fuoco ascoltano le richieste dei residenti che vogliono entrare per prendere le cose necessarie. Alcuni raccontano che subito dopo il terremoto un comignolo è caduto da un tetto precipitando su una tenda che copriva i tavoli di un bar. Sotto alcune persone stavano facendo colazione: salvi per miracolo.

E c’è chi non può tornare nella propria casa per prendere i suoi beni: Domenico Zingaro, 42 anni, ha la casa inagibile, “non so se c’è ancora il solaio all’interno”, e il figlio di sette anni a casa di amici. Lo vuole mandare a casa della madre, in provincia di Bari, ma non lo fanno entrare nella casa per prendere il necessario perchè non sarebbe urgente la sua richiesta. “Questa notte dormirò in macchina, o da qualche amico se mi ospita”. Non è l’unico a pensarla così. Per le strade tra concittadini si offre ospitalità e si danno indicazioni utili per passare la notte un po’ più al sicuro.

Il prefetto bolognese Angelo Tranfaglia tornando dal sopralluogo nel paese col questore Vincenzo Stingone ha dichiarato che “è una brutta giornata anche per Bologna anche se noi siamo stati colpiti in modo inferiore”. Clini dice che i crolli di capannoni “pongono problemi di sicurezza sulle costruzioni”, fatte sì “tenendo conto delle norme sismiche” ma “su dati di rischio inferiori. Occorre aggiornare la mappa del rischio”.

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