Sedici morti, un disperso. “Almeno da quello che ci dicono”, spiega Franco Gabrielli, numero uno della protezione civile. “Abbiamo un’utenza sterminata, centinaia di migliaia di persone. Cerchiamo di stare vicini alla gente, questo è il nostro compito in questo momento. Abbiamo molti alberghi a disposizione, le tende, anche nei posti più disagiati. E’ difficile portare via le persone, vogliono stare vicine alle loro case, ma è anche questo il nostro lavoro”.

Gabrielli è arrivato con il presidente della Regione Vasco Errani a Medolla attorno alle 22. Si sono trattenuti mezz’ora con il sindaco, Filippo Molinari. Un lungo abbraccio con Errani, poi il punto della situazione. Capire dove è possibile intervenire, anche se paradossalmente, Medollo, uno dei paesi più colpiti, completamente evacuato, è riuscito a rialzarsi con tempismo. Il campo nel pomeriggio era già allestito, tende e posti letto, un pasto per tutti. In altri Comuni la situazione è diversa. A Cavezzo, altro epicentro del sisma, cinque chilometri di distanza, non ci sono né tende né posti letto. Le persone sono tutte nelle proprie auto. “Stiamo provvedendo a inviare tende anche lì”, spiega Gabrielli.

A Cavezzo – il 75 per cento degli edifici crollati – le persone dormivano nel palazzetto dello sport, che dopo l’ultima scossa è stato dichiarato inagibile. Un paradosso: le persone sfollate dall’accampamento allestito 9 giorni fa. “Provvederemo”, dice Gabrielli in una delle tappe del suo giro che prevede una visita in tutti i paesi che sono stati maggiormente colpiti dal sisma. Anche se le risposte in tasca non le può avere nemmeno lui. “Aspettiamo a fare bilanci, solo tra qualche giorno potremmo avere una situazione più precisa. Oggi no”.

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