“Se un sacerdote viene a sapere di un atto pedofilo in un momento così sacro come la confessione, non è obbligato a denunciarlo”. Lo sostiene Paola Binetti, parlamentare dell’Udc, nel corso del programma radiofonico “La Zanzara“, su Radio 24. “Il sacramento della penitenza vincola il sacerdote con il peccatore” – precisa la Binetti – “Il segreto del confessionale è un valore straordinario. Un fatto saputo in quel modo non va denunciato. Altra cosa è fuori dalla confessione”. E poi azzarda un paragone con la vicenda del carteggio tra l’ex direttore di “Avvenire”, Dino Boffo, e Papa Benedetto XVI, pubblicato nel libro “Le lettere di Sua Santità” di Gianluigi Nuzzi: “E’ lo stesso motivo per cui nel nostro mondo ha suscitato uno scandalo profondo, preciso e grave il fatto che le lettere di Boffo al Santo Padre, il che attiene – afferma – a un rapporto privato particolarissimo, siano state prese e pubblicate su tutti i giornali e rese di pubblico dominio. L’articolo 15 della nostra Costituzione – prosegue – impone il diritto alla privacy della corrispondenza privata. Non esiste un diritto di cronaca nei fatti privati. Nuzzi – conclude – ha violato la Costituzione e meriterebbe una punizione esemplare” di Gisella Ruccia

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