Sindaci che depongono la fascia tricolore. Contro un Patto di stabilità “che massacra i Comuni virtuosi” e una tassa, l’Imu, che li trasformerebbe in “gabellieri di Monti”. I soliti leghisti? No. A scendere in piazza sono i sindaci della provincia di Rimini. E sono tutti del Partito democratico. “Perché”, spiega il primo cittadino del capoluogo Andrea Gnassi, “l’agenda di un partito riformista non può essere dettata solo dagli impegni presi con il governo”. Ma dalla Riviera arriva la replica dei 5 stelle: “Di virtuoso vediamo ben poco”.

“Ci vogliono gabellieri dello Stato Re”. Sono parole del sindaco di Rimini Andrea Gnassi. Una reazione alle regole dettate da Mario Monti per la riscossione dell’Imu, alle quali Gnassi replica duramente: “Non saremo gli esattori di un governo che strangola i Comuni, primi tra tutti quelli virtuosi, vero motore della crescita”. Argomenti condivisi in molti comuni del riminese, dove i sindaci del Partito democratico scenderanno in piazza, deponendo simbolicamente le loro fasce tricolori di fronte alla prefettura in segno di protesta. “Ci avviciniamo alla stagione turistica sulla base di bilanci per i quali oggi non abbiamo più certezze”, spiega Massimo Pironi, sindaco di Riccione, che lamenta: “Con questo Patto di stabilità prima di spendere un solo centesimo devo incassare sei milioni, anche se in cassa ne ho sedici”. E ancora: “C’è una scuola da sistemare. Con quello che è successo in Emilia”, conclude riferendosi al terremoto, “avere le mani legate è un problema”. Qualcuno, intanto, promette disobbedienza. “Per dare ossigeno alle nostre imprese”, annuncia il presidente della Provincia Stefano Vitali, “nel 2013 non rispetteremo il patto di stabilità”. Insomma, nei comuni riminesi targati Pd la parola d’ordine è una sola: autonomia. “E una riforma federalista”, spiegano, “che metta i Comuni nelle condizioni di gestire le proprie risorse”.

A smettere simbolicamente la fascia tricolore contro il governo dei professori, saranno i diciotto sindaci del Partito democratico. Lo stesso Pd che a Roma sostiene Monti? “Nessuna contraddizione”, assicura Emma Petitti, segretario provinciale del Pd che ha lanciato l’iniziativa. “Dire che senza la possibilità di modulare le aliquote molti Comuni non ce la faranno è dovere del Pd come lo è stato il sostegno al governo in questo momento di forte difficoltà”. Non è pretendere di avere la botte piena e la moglie ubriaca? “No”, replica il segretario, “la riforma federalista sarà uno dei temi del Pd da qui al 2013. Chi lavora bene ha il diritto di amministrare le proprie risorse”.

Un’iniziativa, quella del Pd riminese, che trova d’accordo anche sindaci del Pdl come quello di Bellaria. “Non parteciperò”, ha dichiarato Enzo Ceccarelli alla stampa locale, “ma queste cose sono stato il primo a dirle”. Ma qualcuno non ci sta. Il Movimento 5 stelle di Rimini, che nelle amministrative del 2011 ha preso l’11,7% e tre consiglieri comunali, parla di ipocrisia: “La protesta del Pd rivendica un’amministrazione virtuosa che nei fatti non c’è”, denuncia il capogruppo 5 stelle in Comune Luigi Camporesi. Un esempio? “Uno tra i tanti: mentre si taglia il supporto per l’affitto agli anziani, qui a Rimini si parte con un’opera inutile come il Trasporto Rapido Costiero”, racconta Camporesi, “180 milioni che forse, in tempi di crisi, la cittadinanza spenderebbe diversamente”.

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