Roma. Anno Domini 2012.

Solo una settimana fa il Sindaco Alemanno indossava la fascia tricolore per partecipare alla Marcia per la Vita, patrocinata dal Comune. Se ne stava lì, sotto l’occhio delle telecamere, dietro slogan quali “Aborto, omicidio di Stato”, “Basta genocidi silenziosi”, “L’aborto è violenza, è omicidio”, insomma nulla di inneggiante alla vita!

Intervistato dal Fatto Quotidiano sulla ferocia di alcuni slogan come “colpevoli di omicidio”, Alemanno  si è affrettato a rispondere che “Questi sono problemi degli organizzatori!”. E alla domanda sul perché patrocinasse una manifestazione a cui hanno aderito movimenti di estrema destra, Militia Christi e Forza Nuova, il Sindaco ha continuato a rispondere allo stesso modo.

Quello a cui abbiamo assistito il 13 maggio è stato uno spettacolo dai toni macabri, pieno di falso moralismo e derive fasciste, che ha voluto e vuole rimettere in gioco, in modo bieco e anacronistico, conquiste storiche come la 194, chiudendo gli occhi davanti ai reali problemi di una società in cui è doveroso dare sostegno alle donne e alle famiglie su altri fronti, quello della libertà individuale, della consapevolezza, della qualità della vita.

E ancora Roma, una settimana dopo.

Alemanno riceve la richiesta di patrocinio per un convegno sull’“applicazione della legge 194 e obiezione di coscienza in Italia”, promosso da AIED (Associazione Italiana per l’Educazione Demografica) e dall’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica, dove si parlerà tra le altre cose di prevenzione di gravidanze indesiderate e, quindi, di contraccezione, unico vero modo per diminuire gravidanze indesiderate.

Eppure Alemanno decide di non indossare la fascia tricolore e non risponde neppure alla richiesta di patrocinio.

La verità è che oggi, Roma sa di Medio Evo.

Da una parte il patrocinio e il sostegno economico a una marcia anacronistica, che ha usato toni sprezzanti nei confronti delle donne, che ha accusato lo Stato di genocidio; dall’altra il mancato appoggio a un convegno di informazione su una legge che ha segnato una svolta storica per il paese.

Il refrain di Alemanno è solo uno: “Siamo per i valori della vita!” ma in cosa si sostanzia il rispetto della vita da parte di una istituzione, quale il Comune di Roma, che ha tagliato il bilancio sociale per diversi milioni di euro -asili nido compresi- e che dovrebbe concretamente aiutare donne e uomini adulti a crescere in maniera adeguata e responsabile i loro figli, ancora lo dobbiamo capire.

Il Comune dovrebbe ricordare che i consultori devono essere difesi come presìdi sanitari di irrinunciabile valore sociale. Perché è nei consultori che c’è la vita!

Ecco, il punto: quello che ancora aspettiamo dal Sindaco Alemanno è coerenza, responsabilità e serietà che si traducano in gesti concreti per le famiglie e le donne in difficoltà, che vadano nella direzione giusta, perché non c’è spazio per i soliti giochetti da campagna elettorale su un argomento come questo, fanno male, fanno male a chi cerca di fare informazione su un argomento sempre all’ordine del giorno e a chi, con pochi mezzi, cerca di dare un sostegno costante dentro ai consultori, perché, caro Sindaco “non si gioca con la vita”.

scritto insieme a Luca Cardin e Monica Pepe di zeroviolenzadonne.it 

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