A Parma il centrosinistra avrebbe dovuto essere l’erede perfetto per il governo dopo le inchieste giudiziarie di corruzione e tangenti che hanno spazzato via 14 anni di centrodestra. Lo pensavano tutti fino allo scorso giugno, ma anche a fine settembre, con le dimissioni del sindaco Pietro Vignali dopo le proteste dei cittadini sotto il Comune. E invece, quella che sembrava una strada in discesa, si è trasformata in un precipizio che ha portato a una caduta libera.

Un crollo totale, difficile da mandare giù per il candidato del Pd Vincenzo Bernazzoli, che nelle ultime due settimane respirava un’aria difficile, ma mai si sarebbe immaginato una sconfitta così clamorosa. Non solo Federico Pizzarotti ha vinto, ma ha triplicato i voti del primo turno passando da uno scarso 20 per cento al 60,23 per cento delle preferenze. Bernazzoli invece è rimasto praticamente con gli stessi voti del 7 maggio, che lo hanno portato al 39,77 per cento delle preferenze. “È una città complicata – ha commentato a caldo di fronte alla sua sede elettorale – ma bisogna prendere atto del risultato”.

I volti scuri e i silenzi in piazza Ghiaia stridono con le grida di esultanza sotto i Portici del Grano. La festa è da un’altra parte, e ora per il centrosinistra è tempo di analisi. Una cosa però è certa: “Questo risultato è frutto di diverse cose – spiega Bernazzoli – Sicuramente la saldatura con il centrodestra ha dato risultati evidenti e in più i cittadini hanno fatto una scelta di cambiamento radicale”. Sullo spostamento di voti dal centrodestra al Movimento 5 stelle non ci sono dubbi: “Tutto il centrodestra unito ha votato Pizzarotti – aggiunge il coordinatore provinciale del Pd Roberto Garbi – da Ghiretti a Ubaldi, hanno scelto di andare contro di noi. La cosa che mi chiedo è: questo è davvero un cambiamento o si è tornati di nuovo all’ubaldismo e al vignalismo?”

Per Bernazzoli e i suoi, dopo l’estenuante campagna elettorale, si apre una nuova era che potrebbe portare a risultati inediti. Non è così certo ad esempio che il candidato del centrosinistra, più volte finito nel mirino per l’incarico di presidente della Provincia mai abbandonato durante la campagna elettorale, ritorni alla guida dell’ente. “Valuterò nei prossimi giorni – chiarisce Bernazzoli – ne voglio parlare con gli altri presidenti dell’Emilia Romagna”. Stessa considerazione per quanto riguarda la posizione che gli spetterebbe come capo dell’opposizione tra i banchi del consiglio comunale: “Vedremo nelle prossime ore, devo fare alcune valutazioni con i vertici del partito. Per adesso è presto per decidere”.

Prima di lui, anche il candidato sindaco Alfredo Peri, sconfitto nel 2007 da Vignali, aveva rinunciato all’incarico di capo della minoranza, e a distanza di cinque anni, non nasconde la delusione di un risultato non molto diverso dal suo. “ Il risultato è netto – commenta – tutti pronosticavano dati diversi, ma evidentemente i cittadini hanno fatto la loro scelta”. L’assessore regionale non parla di “salto nel buio”, ma più che altro di “scommessa e azzardo”, sottolineando però che in questo voto “ci sono diverse componenti che emergeranno nei prossimi giorni. D’altra parte, il Movimento 5 stelle incassa il consenso di 15-20 anni di messaggio politico che dice che i politici sono tutti uguali. Noi siamo rimasti l’unica forza politica dopo che il centrodestra è stato spazzato via al primo turno, quindi abbiamo pagato la nostra responsabilità e quella degli altri. La cosa che mi sento di dire è “auguri a Parma”.

 

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