Chiusura in rosso per la Borsa italiana (-2,56%) con i principali titoli dell’Ftse Mib in negativo. Ancora in forte sofferenza le banche con Montepaschi a -7,40%, Ubi Banca a -5,35% e Intesa Sanpaolo sotto del 5,47% nonostante i dati sull’utile trimestrale superiori alle attese. A pesare, verso la fine della giornata, soprattutto il fallimento delle ultime trattative per la formazione del governo in Grecia con conseguente rinvio a nuove elezioni, che ha fatto girare Piazza Affari in negativo, dopo un moderato rimbalzo a inizio mattinata. Ma non è solo l’effetto-Atene a rendere instabili i mercati italiani. Il Paese continua a dare segnali negativi. I dati sul Pil a fine marzo diffusi oggi dall’Istat confermano che l’Italia è in recessione, visto che ha chiuso in negativo il terzo trimestre consecutivo (-0,8% rispetto al trimestre precedente e -1,3% rispetto al primo trimestre del 2011). Torna a preoccupare anche lo spread, vicino a 440 punti a fine giornata giornata.

L’EURO A DUE VELOCITA’ – A livello europeo il dato sul Pil è rimasto stabile rispetto al trimestre precedente, ma solo grazie alla crescita molto superiore del previsto della Germania: +0,5% rispetto al trimestre precedente, quando l’economia tedesca si era contratta dello 0,2%. Il dato della Germania rimane isolato nel panorama piuttosto desolante della zona euro, con la Francia a crescita zero, la Spagna a -0,3% e l’Olanda a -0,2%, mentre tornano a crescere, seppure timidamente, l’Austria (+0,2%) e il Belgio (+0,3%). In generale si conferma l’immagine di un’Europa a due velocità, con l’effetto traino dell’economia tedesca che difficilmente riesce a trascinare le grandi economie del sud Europa. E torna l’idea di dividere l’area euro in due zone diverse, rilanciata oggi a cinque colonne da Handelsblatt, il principale quotidiano economico tedesco, in un’intervista all’economista americano Allan Meltzer, ex membro – per due volte – del consiglio economico della Casa Bianca. “La moneta unica potrà sopravvivere solo se si divide la zona euro”, ha dichiarato Meltzer. Da una parte i forti e dall’altra i deboli come Spagna, Portogallo, Grecia e Italia, che potrebbero “deprezzare le loro valute al posto di intervenire al ribasso sui salari con conseguenze sociali non prevedibili”.

“AGGRESSIONE INTERNAZIONALE ALL’ITALIA” – Un’ipotesi che coinvolge pesantemente l’Italia, all’indomani del declassamento – scontato – di 26 banche italiane da parte di Moody’s, che ha agitato – e non poco – la scena politica e le istituzioni economiche e finanziare. A dare il via alla raffica di proteste ci ha pensato l’Abi, l’Associazione Bancaria Italiana, che, con un durissimo comunicato, ha definito la mossa di Moody’s “irresponsabile”. Un’aggressione, “all’Italia, alle sue imprese, alle sue famiglie, ai suoi cittadini”, che conferma il ruolo di “destabilizzazione” delle agenzie di rating con i loro giudizi “parziali e contraddittori”. “Per abbassare il rating”, ha commentato l’ABI, “questa volta si tirano addirittura in ballo le misure di austerità varate dal governo Monti (che ridurrebbero la “domanda economica di breve termine”) invocate dalle stesse agenzie di rating quando disegnavano l’outlook negativo delle imprese bancarie italiane”. Tutti contro l’Italia, quindi, con un “particolare accanimento” che stupisce anche Il Sole 24 Ore e risuona nelle parole dell’ex presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, che ha parlato di un “attacco continuo che preoccupa”. A cavalcare lo scontento si è aggiunto in mattinata anche Pier Ferdinando Casini, sottolineando la “necessità di rilanciare una agenzia di rating europea” per non rischiare di essere parte di “un disegno criminale anti-europeo e anti-italiano” e vittime di un vero e proprio “attentato all’economia del Paese”.

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