“Darei un premio speciale a Silvio Berlusconi e al suo governo per la lotta alla mafia”. A dirlo il procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso intervistato alla Zanzara, il programma di Radio 24. Grasso spiega che il governo di centrodestra ha “introdotto delle leggi che ci hanno consentito di sequestrare in tre anni moltissimi beni ai mafiosi: siamo arrivati a quaranta miliardi di euro”.

Il procuratore antimafia aggiunge peraltro che “su altre cose che avevamo chiesto, norme anticorruzione, antiriciclaggio, stiamo ancora aspettando”. Chi voterà come sindaco di Palermo? “Un magistrato – risponde Grasso – non deve far conoscere le sue preferenze politiche. Al primo turno delle comunali mia moglie mi ha chiesto per chi avessi votato e io le ho risposto: non te lo dico. Si è pure arrabbiata”.

E su questo piano critica il sostituto procuratore di Palermo Antonio Ingroia: “Fa politica utilizzando la sua funzione – dice Grasso – è sbagliato. Come ha sbagliato ad andare a parlare dal palco di un congresso di partito. Deve scegliere. E per me è tagliatissimo per fare politica”.

La replica di Ingroia non si fa attendere: “Non voglio polemizzare con il procuratore Grasso. Ma so di aver esercitato un mio diritto: la possibilità, per ogni cittadino e magistrato, di esprimere in qualsiasi sede il proprio giudizio in materia di Costituzione e di politica della giustizia”. Quanto alla partecipazione al congresso di un partito (nella fattispecie era quello dei Comunisti Italiani) “la mia partecipazione a manifestazioni di un partito piuttosto che di un altro non implica la mia appartenza ad uno schieramento. Ho preso parte anche ad iniziative dei finiani, che non sono certo di sinistra. Lo stesso Borsellino ha partecipato ad iniziative del Movimento sociale, ma questo non significa che vi apparteneva”.

Il procuratore antimafia alla Zanzara di Radio 24 ha infine parlato anche di Bernardo Provenzano, all’indomani del tentativo di suicidio del superboss nel carcere di Parma, dov’è detenuto al 41-bis. “Per la morte di Provenzano forse non avrei pianto, ma non dobbiamo perdere il contatto con l’umanità”. Grasso aggiunge di non sapere se quello che appare come un tentativo di suicidio sia in realtà “un segnale per il mondo esterno” e ha rivolto un appello a collaborare al boss di Cosa Nostra: “Provenzano sta per morire ma può aiutarci a risolvere dei misteri di questa Italia”; “dacci una mano – ha aggiunto rivolgendosi direttamente a lui”. Secondo Grasso “solo una perizia medica” potrà decidere se il boss può lasciare il carcere, ma a suo parere “deve comunque rimanere al 41 bis”. E nel rivolgere il suo appello a collaborare, il procuratore ha osservato che Provenzano “ha poco da vivere e per questo bisogna sbrigarsi. Deve essere più lucido per ricostruire storie e fatti”.

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