C’è sempre qualcuno più a sud di noi, e un po’ mi consolava, la visione meridionale di Luciano De Crescenzo. Per un avellinese tifoso juventino, poi, la geografia è un suppellettile culturale. Un punto di vista drogato di miopia: sud, nord, centro che cavolo cambia qui dove todo cambia.

Ho avuto un pensiero, però, che è quasi un reato. E un po’ me ne vergogno. Ho cercato di comprare un biglietto per la finale di coppa Italia fra Juventus e Napoli: 20 maggio, Olimpico di Roma, sole e feste. Mica male. Non fossi un pregiudicato perché non possiedo la tessera del tifoso, un mezzo fallimento già certificato: né juventino né napoletano, un apolide. Non fossi un potenziale delinquente perché residente in provincia di Avellino. Listicket traccia il mio profilo al telefono (modica cifra di 1,2 euro al minuto più scatto appena dicono ‘salve’): “Non ha la tessera e siccome è residente in Campania, ma non in provincia di Napoli, per lei non c’è una soluzione possibile. Come per i laziali. Mi spiace, purtroppo”.

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