Il Tribunale fallimentare di Milano ha dato l’ok all’omologa del piano di concordato preventivo della fondazione Monte Tabor San Raffaele. Questa mattina il giudice delegato, nonchè presidente della sezione fallimentare, Filippo Lamanna, ha depositato il provvedimento accogliendo così la richiesta avanzata dal gruppo gravato da un passivo di circa 1,5 miliardi di euro. 

La Procura di Milano aveva chiesto il fallimento della Fondazione creata dal defunto don Luigi Verzè lo scorso settembre. Dopo l’offerta della cordata formata da Ior, l’istituto bancario del Vaticano, e dell’imprenditore Malcalaza, era sceso in campo Giuseppe Rotelli, dominus della sanità lombarda nonché azionista di Rcs. L’omologa era attesa per giugno, ma dopo la presentazione del piano e l’assemblea dei creditori che avevano dato il loro via libera al piano lo scorso 19 marzo, oggi è arrivato il via libera dei giudici fallimentari. In questo modo sono stati salvati oltre tremila posti di lavoro e un polo d’eccellenza della sanità e della ricerca.

Ieri il gup di Milano Maria Cristina Mannocci ha rinviato a giudizio gli imprenditori Piero e Gianluca Zammarchi, Fernando Lora, il suo contabile Carlo Freschi, imputati a Milano nella tranche penale della vicenda. Il processo si aprirà il prossimo 15 giugno davanti alla terza sezione penale del tribunale. Per il faccendiere Pierangelo Dacco’, indagato anche nell’inchiesta sulla Fondazione Maugeri, e l’imprenditore Andrea Bezzicheri il processo con rito abbreviato comincerà il 27 giugno. Il 16 maggio ci sarà la decisione se accogliere o meno la richiesta di patteggiamento a due anni e 10 mesi e a 200 mila euro di multa avanzata da Mario Valsecchi, l’ex direttore finanziario del San Raffaele.

 

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