“Il Cev incarnava la città di Bologna. Tutta, senza distinzioni politiche e partitiche”. Queste le parole di Daniele Carella, consigliere comunale del Pdl, il primo collega, nonché grande amico di Maurizio Cevenini, il consigliere regionale del Pd, che si è tolto la vita questa notte dal settimo piano del palazzo della regione Emilia Romagna.

“Era amico di tutti i bolognesi. Gli volevamo bene tutti. Da avversario politico, da lui ho imparato la moderazione”, ha proseguito in lacrime Carella, “E’ un gesto inspiegabile anche se tutti sapevano come stava vivendo male l’ultimo periodo di vita”.

E’ stato invece il presidente dell’Assemblea legislativa Matteo Richetti a portare personalmente il cordoglio alla famiglia di Cevenini: “La sua morte è un fatto che ci sconvolge. Gli accertamenti e le dinamiche non competono a noi, sono in corso”, ha detto Richetti facendo ritorno al palazzo di via Aldo Moro, sede della Regione, “Abbiamo ritenuto subito di dover portare alla moglie e alla figlia, insieme al sottosegretario Bertelli, al capogruppo Monari, al segretario Donini e al sindaco di San Lazzaro, il nostro cordoglio. E’ una cosa che non ho nemmeno la forza e la capacità di descrivere”.

L’ex sindaco di Bologna WalterVitali (Pd) ha affidato a Facebook un ricordo di Cevenini: “Sono sconvolto come tutti dalla morte di Maurizio e dal modo in cui questo è avvenuto. Nella disperazione di queste ore il mio primo pensiero è per voi, che gli siete state vicino nei momenti più duri e che conoscevate meglio di chiunque altro il suo reale stato d’animo. Abbiamo tutti un grande debito di riconoscenza nei confronti di Maurizio, per il modo incondizionato in cui ha amato Bologna, e per non aver mai fatto pesare sugli altri la sua sofferenza. Vederlo andare così, con tutto quello che poteva dare alla nostra città, è un motivo di grande, grandissimo dolore”.

Anche l’ex sindaco di Bologna, Sergio Cofferati, aggiunge una sua personale testimonianza: “Maurizio Cevenini era una persona fuori dal comune. La sua intelligenza unita alla generosità e alla incredibile capacità comunicativa ne facevano un uomo di naturale e spontanea simpatia. Maurizio ha interpretato i suoi ruoli istituzionali con grande efficacia e basando sempre il suo lavoro sull´importanza e il valore del rapporto con gli altri, fuori dagli stereotipi prevalenti nella politica attuale, con molto anticonformismo ed altrettanta determinazione. Maurizio ci manca già”.

Un altro “avversario” politico, Giovanni Favia del Movimento 5 Stelle, è giunto dopo poche ore davanti alla sede della Regione. Pochi minuti prima ha affidato alla sua pagina Facebook il ricordo del Cev: “Oggi arrivo in regione, tra il polline come neve ci sono tre macchine della polizia, giornalisti, agitazione, un sole limpido. Una giornata bellissima. Nel mio cuore una voragine invece, trafitto da una telefonata che stordisce. Tutto si ferma. Non incontrerò più Maurizio per i corridoi, il suo sorriso sempre gentile e, quando lo incalzavo scherzosamente contro il PD, la sua bocca stretta, un po’ imbarazzata, con la fronte che si alzava”

“Istituzionalmente sono nato sotto le braccia del Cev, la sua bontà mi ha accolto nel mio primo consiglio comunale, di cui era presidente. Come un padre, con pazienza per il giovane “ribelle”. La notte delle elezioni, quando le conobbi per la prima volta tra i flash dei giornali e le camere delle tv fu il primo a stringermi la mano, con un sorriso vero”, ha proseguiti Favia, “Ed io, emozionato ed onorato di quella stretta, che in realtà lo conoscevo bene da quando ero piccolino, almeno dalla tv, tutti i lunedì sera appuntamento fisso con “Il pallone nel 7” dove si palpava con mano il suo grande amore per il Bologna calcio e per tutta la città”.

“Ieri dopo una battuta tra i banchi del consiglio mi ha chiesto di uscire un attimo. Tre minuti per dirci come fosse politicamente opprimente questo palazzo, troppo tecnico, e come il nostro cuore fosse rimasto in comune, a tu per tu con i bolognesi. La nostra amicizia non è mai stata toccata dalle divergenze politiche. Il Cev era un vero signore, un esempio di stile per tanti. E a proposito di stile voglio salutarlo così, senza comunicati, note, ma via Facebook, strumento che lui amava e che lo rese ancora più popolare di quello che era tra i bolognesi che lo seguivano, indistintamente di destra o di sinistra che fossero. Mi mancherai Cev, il tuo ricordo sarà sempre con me”.

Articolo Precedente

Doveva essere sindaco: “Rinuncio al sogno della mia vita”

next
Articolo Successivo

Il ricordo di una sua collaboratrice: “Non ti dimenticheremo”

next