Come ogni anni ci siamo prestati alla “settimana delle anteprime toscane”, ossia una corsa di assaggi fra i vini delle più celebri denominazioni di origine: Chianti Classico, Nobile di Montepulciano e Brunello di Montalcino. Un’overdose di campioni che indispone, più che dispone, alla comprensione d’un singolo vino d’una azienda vinicola: ma che ad oggi pare l’unico modo per consentire una panoramica delle denominazione e delle annate al maggior numero di persone possibili, e nel minor tempo possibile. 

Chianti Classico: 152 aziende partecipanti, 450 etichette in degustazione (no, non le abbiamo provate tutte) per un territorio di 7200 ettari di vigna da cui sono stati prodotti nel 2011 circa 28 milioni di litri di vino, con un valore della produzione di circa 360 milioni di euro e un fatturato dell’agroalimentare di ben 500 milioni di euro. E, nonostante ci sia un+4% nelle vendite rispetto al 2010 (tutto export, essendo ormai al 78% di quota esportata), permangono le difficoltà a smaltire l’intera produzione di Chianti Classico. Tanto che si vuole riprovare a cambiare il disciplinare di produzione, tentando un nuovo harakiri, curiosamente proprio alla fine del mandato del Presidente del Consorzio Marco Pallanti: c’è già un folto gruppo di produttori che si prepara all’opposizione nelle prossime settimane.

Del resto il Consorzio del Chianti Classico, rappresentando il 90% della dell’intera produzione nella denominazione, è stato il primo a applicare le nuove funzioni di tutela, vigilanza e promozione “erga omnes”: diventando, per legge, custode e gestore della denominazione e del marchio Chianti Classico, che diverranno patrimonio collettivo, obbligando tutte le aziende vinicole che se ne avvalgono a dare il loro contributo. Cioè a pagare il Consorzio anche se non consorziate. Sarà per questo che l’azienda Antinori è appena rientrata nel Consorzio? Non sembrano pochi i 2 milioni di euro all’anno spesi in “comunicazione”

Quanto alle annate: il 2009, lo avevamo già accennato l’anno scorso, è una buona annata, dai vini caldi ma non cotti, ma nemmeno molto complessi.

Fra i migliori Chianti Classico 2009 c’è la Porta di Vertine, che è molto buono, Val delle Corti e Poggerino. Da segnalare poi Lamole di Lamole.

Fra i migliori Chianti Classico Riserva 2009 svetta il Campitello di Monteraponi, un vino di razza e finezza, che riconcilia con la denominazione e ne mostra la potenzialità negletta da non pochi enologi.

Il 2010 invece è stata un’annata con andamento irregolare che ha dato vini davvero interessanti, ricchi di corpo e acidità, non senza complessità. Molti ovviamente non erano ancora né pronti né imbottigliati, così ci contentiamo di segnalare i Chianti Classico di: Castellare di Castellina, tecnico ma centrato, San Giusto a Rentennano, il Chianti Lama della villa di Fattoria di Lamole, Rocca di Castagnoli e Concadoro. Da non dimenticare il Chianti Classico Riserva Poggio delle Rose 2008, che arriva ora in commercio, e il Chianti Classico Millennio 2007 di Castello di Cacchiano.

Da sottolineare i progressi delle aziende di Lamole, area fra le più suggestive e promettenti della denominazione: la finezza dei vini di Lamole ha pochi euguali.

Fuori dell’anteprima, ovviamente non potevamo dimenticare i vini di Montevertine a Radda in Chianti, una delle migliori aziende vinicole d’Italia: il Montevertine 2009 (un Chianti che rifiuta la DOCG) è vino fine e delicato, d’inaspettata freschezza. Il Pergole Torte 2009 è un vino più profondo e sapido, ma anche più giovane e complesso, che mostrerà tutte le sue qualità solo fra qualche tempo. Sono entrambi vini emblematici di stili e caratteristiche della denominazione.

Nobile di Montepulciano: 1300 ettari da cui oltre 7,5 milioni di bottiglie vendute, il 61% di cui all’estero. Il calo delle vendite dell’ultimo anni, da comunicato del Consorzio (che abbisogna di un poco di esegesi), non viene ascritto alla crisi economica ma da “precise esigenze produttive del territorio che, fra 2009 e 2010, ha vissuto una sorta di overbooking dei propri rossi”. E infatti nel 2010 è stato autorizzato l’impianto di 100 nuovi ettari a Nobile. Sarà… il Consorzio ci sembra comunque dinamico nelle sue mille iniziate, forse più dei vini che rappresenta: la tendenza di aver un minor apporto di vitigni complementari, ossia i diversamente nazionali come il Merlot. C’è anche un accenno a fare vini meno “tostati” e tecnici, ma molto timido.

La 2009 è stata, come si diceva per il Chianti, un’annata calda ma buona, con vini in proporzione meno caldi e più complessi dei Chianti. Fra i migliori c’è il Nobile di Montepulciano di Le Berne, in versione moderna e un poco legnosa (sarebbe auspicabile un diverso uso del legno piccolo) ma di bella materia, e il Macchione, anch’esso fatto in legno piccolo, ma che spicca per gli aromi balsamici e mentolati.

I 2008 Nobile Riserva presentati in anteprima non ci sono parsi così rappresentativi.

Purtroppo, i migliori Nobile di Montepulciano li abbiamo assaggiati un po’ di tempo dopo le anteprime. Mi riferisco a Poderi Sanguineto, il cui Rosso di Montepulciano 2009 è uno dei vini più formidabili e bevibili che abbiamo provato in tutto l’anno scorso (oggi si trova il 2010 in commercio, più spigoloso), delizioso anche il Nobile di Montepulciano 2009. C’è poi il Nobile 2009 di Cantine Crociani, specchio della denominazione a un prezzo digeribile, e il Nobile Riserva 2008 di freschezza e carattere. Un ottimo lavoro lo stanno facendo anche i ragazzi del Conventino, che hanno in vendita ancora bottiglie dell’eccellente Nobile di Montepulciano Riserva 2006.

Delle nuove annate di Brunello di Montalcino scriveremo in un prossimo articolo…

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