Vi ricordate quando scrissi questo post  sull’aumento dei vitalizi dei consiglieri e degli assessori del Lazio? Mancavano tre giorni a Natale e per l’occasione la maggioranza in Consiglio regionale decise di farsi un bel regalo mantenendo intatti tutti i privilegi acquisiti dai consiglieri che, a soli cinquant’anni e dopo soli cinque anni di mandato, possono beneficiare di una pensione d’oro che aumenta con l’aumentare del numero di legislatura fino ad arrivare a circa 7 mila euro al mese nel caso di un consigliere un eletto per tre volte.

E sempre la stessa maggioranza, nella stessa seduta, decise in fretta e in furia di approvare l’articolo 10, inserito nella manovra finanziaria, che estendeva l’erogazione di questo assegno mensile anche agli assessori esterni non eletti salvo poi annunciare, genericamente e a parole, che avrebbe rinviato l’abolizione dei vitalizi alla prossima legislatura. E grazie.

Nel rispondere alla raffica di commenti indignati, anzi disgustati, per tanto marciume politico, vi dissi anche che sarei tornata sull’argomento, anche alla luce delle vostre proposte. Per questo mi sembra giusto comunicarvi che qualcosa si sta muovendo. La Federazione della Sinistra del Lazio ha promosso un referendum abrogativo dei vitalizi dei consiglieri e degli assessori regionali, a partire dalla vigente legislatura e ha già depositato i quesiti referendari in Consiglio regionale. Il 12 maggio prossimo inizierà ufficialmente la raccolta firma, con banchetti dislocati in tutte le cinque province del Lazio, per raggiungere l’obiettivo minimo delle 50.000 sottoscrizioni. E’ stata anche aperta una pagina Facebook e un sito internet (che sarà on line da lunedì prossimo) dove sarà possibile leggere tutti gli aggiornamenti e trovare l’elenco dei banchetti per la raccolta firme. Mi è sembrata un’iniziativa da condividere, perché questo referendum contrappone un diritto a un privilegio e perché la battaglia per mettere fine ai vitalizi dovrebbero essere assolutamente trasversale.

La posta in gioco è alta perché gli attuali consiglieri regionali, in vitalizi, costeranno alle casse dei cittadini 4.500.000 euro annui, una volta raggiunta l’età per l’accesso al privilegio. Questo costo si andrà ad aggiungere ai 17.000.000 di euro spesi annualmente dal Consiglio regionale per i 221 ex consiglieri che già ne beneficiano.

La vittoria del referendum porterebbe quindi a un risparmio di oltre 4 milioni di euro l’anno, solo eliminando i vitalizi dei consiglieri attualmente in carica. Si tratta di fondi pubblici che con un minimo di buon senso potrebbero essere reinvestiti in sanità, cultura, servizi sociali (solo per dirne alcune). Ma sul buon senso ci stiamo ancora lavorando.

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