Indro Montanelli fu ferocemente anticomunista quando i comunisti forse non mangiavano i bambini ma mandavano i carri armati a Budapest e Praga, imbottivano Cuba di testate nucleari puntate sugli USA e fomentavano guerriglie in mezzo mondo. Culturalmente, ha scritto l’unica storia d’Italia completa, dai Romani a Berlusconi, leggibile anche dai non addetti ai lavori. Ce l’aveva con gli storici professionali che non sanno scrivere e con i tromboni della cultura ufficiale incapaci di confrontarsi al di fuori delle solite conventicole. Compendiò così il carattere nazionale: “Una cosa che gli italiani non capiranno mai e’ che l’unico modo di essere furbi e’ di non esserlo”. E’ passata una generazione, non mi sembra sia cambiato qualcosa. Non poteva soffrire gli ipocriti, gli opportunisti, i convertiti dell’ultima ora. Disse anche: “gli uomini non si giudicano dalle loro idee ma da come le servono”.

Ci teneva a distinguere gli Uomini dagli uomini sia fra gli amici che fra i nemici. Ebbe 3 figli: Roberto Gervaso, Beppe Severgnini e Marco Travaglio. Che dire…e’ difficile immaginare 3 fratelli piu’ diversi tra loro e diversi dal padre, eppure ognuno ha conservato qualcosa dell’impronta paterna. Roberto, ad esempio, e’ l’unico che come Indro frequenterebbe le case chiuse se fossero ancora aperte. Si interessa di storia, piu’ che altro biografie, prevalentemente di donne, invariabilmente piacenti. Beppe come il padre detesta i tromboni, ma ha abbastanza buon senso da non dirlo. Cio’ gli ha consentito di fare carriera in un ambiente di noti e influenti tromboni come “Il Corriere della Sera” dove tiene un blog molto seguito. Marco dice di Beppe che e’ beneducato. In effetti Severgnini rappresenta l’anima moderata e rassicurante di Montanelli (esiste anche quella). Marco e’ il piu’ piccolo dei 3 e, come spesso accade, e’ l’enfant terrible. Come il padre non puo’ soffrire i lestofanti, gli intrallazzoni, gli impuniti, soprattutto se potenti e in cerca di rispettabilita’, e purtroppo non ha abbastanza buon senso da stare zitto. Di lui Beppe dice che ha la miccia corta. Marco in effetti si ficca in tutte le zuffe, finora solo verbali, le dà, le prende. Piu’ che altro le dà perche’ e’ molto bravo e ha la polemica nel sangue. Ma a volte dà la sensazione di essere totalmente estraneo al carattere profondo di questo paese. Marco, e’ inutile, non siamo anglosassoni e non lo diventeremo mai. Se Berlusconi e’ durato 17 anni non e’ solo perche’ controllava le TV. Chissa’ se papa’ Indro gli ha mai detto qualcosa del genere.

Franco Riccardi