Sul fondo azzurro dissolvenza domina in rosso bianco e verde la scritta “Governo Italiano”.

Mi emoziono, ma è un attimo. Più sotto tracciati in bianco gelo i campi da compilare obbligatoriamente:

Nome, cognome, email, indirizzo, cap, città, provincia. E infine la domanda: oggetto e fatidico testo.

Poi il gelido “Invia” e…….più nulla. Come un ingoio!

Questa è l’ultima trovata del Presidente Monti ragazzi, da “soluzione finale”.

Udite, udite, il Presidente ci domanda un consiglio dal sito del governo sulla”spending review” (che strazio con questo inglese, perché non chiamarla analisi della spesa, o revisione della medesima?), insomma desidera sapere a quali sprechi della spesa pubblica vorremmo dare una sonora sforbiciata.

Ohibò! Un’encomiabile iniziativa sembrerebbe all’apparenza…ma perché ce lo chiede ora? ( lampi di dietrologia sicula galoppano sulla mia pelle!). Come mai il Presidente del consiglio di un governo che si è distinto per asprezza e distacco dai cittadini, avverte la pulsione democratica di avvicinarsi al popolo? A noi della plebe insomma?

Non sarà perché il suo consenso è scivolato ai minimi storici? E non è lui quel professor Monti che in tempi non sospetti (quando era solo un professore), ha sostenuto che la concertazione coi sindacati è soltanto una perdita di tempo?

Chiedere consiglio al cittadino odora come un sacchetto di vongole dopo una giornata sotto il solleone, ragazzi miei!

Osservo la pagina istituzionale dal mio computer, e immagino quante anime dolenti hanno tracciato li dentro il loro sconforto (altro che il parere sulla review!), il timore per il futuro dei propri figli.

Mi piacerebbe poterle leggere quelle righe con sacrale rispetto come davanti a una reliquia, e soprattutto sapere se qualcun altro lo farà mai.

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